Festeggiati degnamente nel 2022 i 140 anni di attività, Candioli Pharma – 31 milioni di euro di fatturato nel 2024 e 93 dipendenti – ha già da parecchio tempo portato a termine il passaggio da farmacia ante litteram all’industria innovativa e in costante sviluppo a cui le generazioni successive sono riuscite a dare un’impronta sempre più internazionale. Nata a Roma, in via Nazionale, dagli sforzi di chi aveva fatto della farmaceutica un tratto fondante della propria vita, l’azienda ora di base a Beinasco, in provincia di Torino, è diventata una realtà commerciale di successo passando per due momenti decisivi della sua storia.
“Nel 1929 abbiamo registrato il marchio Mom, antiparassitario per uso umano contro i pidocchi diventato nel tempo il più conosciuto in Italia, mentre, verso la fine della seconda guerra mondiale mio nonno ha iniziato a creare prodotti per uso veterinario per i cavalli, quelli che oggi, dedicati esclusivamente agli animali da compagnia, sono il nostro core business e vanno a formare poco meno del 95% del fatturato – spiega Luca Cravero Candioli (nella foto in alto), amministratore unico della Pmi piemontese, vincitrice in tutti gli ultimi quattro anni del premio Best Managed Company di Deloitte Private –. Oltre agli equini, insomma, ci prendiamo cura di cani e gatti, anche se quattro anni fa abbiamo deciso di allargare ulteriormente il campo d’azione di Candioli”.
Con l’acquisizione di un’impresa britannica, infatti, il range commerciale è cresciuto andando a prendere in considerazione anche il settore degli animali esotici. “E così ora ci interessiamo pure del benessere dei conigli, serpenti, tartarughe e ragni che la gente tiene in casa. Una fetta di mercato interessante quella legata alla vendita di ciò che viene chiamato mangime complementare, per esempio prescritto per l’insufficienza reale, prodotti sostanzialmente equivalenti agli integratori usati da noi umani”.
Tornando per un attimo ai cavalli ed in particolare a quelli da corsa, l’interesse dei Candioli per loro è stato sempre molto forte. A partire dalla grande passione del nonno, capace di trovare un modo naturale per aiutarli a mantenere la forma e a gestire al meglio le fatiche delle competizioni. “Le farmacie ai tempi erano poche, producevano principalmente a marchio loro e mio nonno, nella sua, si dedicava anche a mettere a punto preparazioni galeniche per i cavalli della scuderia di famiglia – chiarisce Cravero Candioli –. E il fatto che questi, tra l’altro visibili nelle foto d’epoca dei gran premi che sono riuscite ad arrivare fino a noi, avessero preso a vincere con ancora maggiore frequenza fece sì che più d’uno gli iniziò a domandare cosa gli desse per farli andare così forte”. E da lì in poi quegli integratori naturali fatti in casa hanno contribuito a mettere anche altri proprietari di cavalli nella condizione di poter avere successo con i propri purosangue.
Nel terzo millennio, poi, dovendo fare estrema attenzione alla produzione delle preparazioni che sono richieste dal mondo dell’ippica e dalle altre discipline sportive che hanno il cavallo come protagonista, il lavoro di aziende come Candioli Pharma è diventato estremamente delicato. “Noi usiamo tanti estratti naturali e dobbiamo sempre controllare tutto con la massima precisione per evitare che qualcosa non sia magari entrato all’ultimo momento nelle liste doping della Fei, la Federazione internazionale degli sport equestri – sottolinea l’amministratore unico di Candioli Pharma –. Questo perché sarebbe un disastro dovessero trovare qualcosa che non va in un cavallo che usa un nostro prodotto. Ad alcuni clienti che abbiamo in Francia, addirittura, dobbiamo fornire una certificazione, che fa oltretutto un solo laboratorio in terra transalpina, in grado di dare loro la sicurezza di somministrazioni senza problematiche. Dinamiche a dir poco complesse con cui abbiamo a che fare giornalmente”.
Nel frattempo, i vertici della Pmi con quartier generale a Beinasco stanno pensando di allargare la presenza estera del marchio oltre i 70 paesi al mondo in cui già ora arrivano i prodotti Candioli Pharma. “Al momento il nostro export pesa per il 30% sul fatturato, ma l’obiettivo è portarlo almeno al 50%. Stiamo lavorando per aumentare le filiali oltreconfine, in particolare in Europa, senza rischiare troppo visto il minore appeal per la globalizzazione generato dagli effetti del Covid-19 e dalla guerra in Ucraina. Protezionismo e burocrazia sono poi sempre più stringenti e così preferiamo focalizzarci soprattutto sul nostro continente, nonostante i clienti più importanti li abbiamo sempre avuti in Corea del Sud, Canada, Russia e Giappone”. Scenari a breve scadenza che, con un pizzico di scaramanzia, Luca Cravero Candioli preferisce non precisare prima di aver centrato il risultato sperato. “Posso dire, però, che tutto dovrebbe concretizzarsi entro i prossimi uno-due mesi e in due paesi: il primo europeo, l’altro no”.
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