Nell’ottica di migliorare la performance d’impresa, il procurement di materiali indiretti, comunemente detti MRO, sta sempre più passando da spesa necessaria a leva strategica per raggiungere un maggiore livello di competitività aziendale. Questo è uno dei punti principali che emergono dalla pubblicazione della terza ricerca condotta da RS Italia in collaborazione con Adaci (Associazione Italiana Acquisti e Supply Management) e l’Università Europea di Roma.
Gli altri concetti portanti fissati dall’indagine mettono in luce in modo completo trend, sfide e opportunità che le aziende italiane stanno cogliendo in questo campo specifico della loro quotidianità operativa. Tra questi ne spiccano sicuramente due, legati al grado di maturità e di digitalizzazione dei processi aziendali raggiunti: nel primo caso la maturità, intesa come maggiore comprensione delle dinamiche connesse alla spesa MRO e soprattutto come una crescita strategica del ruolo dell’ufficio acquisti, si sta rivelando sempre più centrale sulla strada del raggiungimento da parte delle imprese di un approccio integrato e strategico. Mentre, per quanto riguarda la digitalizzazione, questa emerge come forza trainante per dare sostanza alla comunicazione tra i diversi attori oltre a generare una più marcata agilità decisionale, necessaria per ridurre tempi e costi operativi.
“Questa ricerca costituisce un punto di riferimento essenziale per comprendere lo stato attuale e le prospettive future del procurement indiretto in Italia – sottolinea Massimiliano Rottoli, Managing Director di RS Italia –. Dal canto nostro, da oltre trent’anni affianchiamo i clienti in veste di partner unico e affidabile per gli acquisti MRO. Non solo offriamo prodotti di alta qualità, ma anche una vasta gamma di servizi a valore aggiunto che semplificano, accelerano e automatizzano i processi aziendali. Dalla digitalizzazione del ciclo di acquisto tramite sistemi di e-procurement alle soluzioni per la gestione ottimale del magazzino, ci impegniamo a ridurre i costi e migliorare la disponibilità dei prodotti. Guardando al futuro, siamo pronti a supportare le aziende nella loro trasformazione digitale, contribuendo a migliorare l’efficienza e la sostenibilità nel settore MRO”.
Dalla ricerca si evince anche come siano esempi di best practice quelle aziende che sono state capaci di combinare processi evoluti di approvvigionamento con il raggiungimento di una piena integrazione tecnologica. Estremamente mature sia su un piano operativo che tecnologico, queste organizzazioni hanno ottimizzato le procedure di acquisto e investito in strumenti avanzati come sistemi ERP e piattaforme di automazione.
In più, grazie all’efficace utilizzo della tecnologia sono riuscite a migliorare la collaborazione interna, essendo ora anche in grado di gestire proattivamente i fornitori oltre a garantire trasparenza lungo tutta la catena di fornitura. Questo mentre flessibilità e capacità di adattamento permettono loro di identificare e cogliere rapidamente nuove opportunità da un punto di vista strategico, rafforzando ulteriormente la loro posizione sui mercati di competenza.
Le evidenze portate alla luce dalla ricerca di RS Italia – studio che ha indagato le prassi più comuni oltre alle criticità condivise grazie al contributo di più di 200 professionisti che hanno risposto anonimamente alla survey che ha dato origine alla ricerca – sono state divise in capitoli. Da quelli che fanno capire le attuali criticità del procurement indiretto o che spiegano quali siano le competenze da mettere in campo per il futuro del procurement, ad altri che suggeriscono la maniera con cui stabilire relazioni strategiche con i fornitori specializzati o consigliano di aumentare la trasparenza e la collaborazione con gli stakeholder.
Molto interessante infine risulta essere il terzo capitolo, dedicato ai modi con cui sfruttare appieno le potenzialità della digitalizzazione. In questa parte della ricerca viene in particolar modo approfondita la problematica relativa alle barriere che limitano l’adozione delle tecnologie digitali nelle aziende. Tra le complessità più notate ci sono quella legata alla scarsa qualità e quantità dei dati disponibili, e la difficoltà di integrare i sistemi aziendali con quelli dei fornitori. Parallelamente l’indagine fa comunque capire come le imprese più evolute riconoscano l’enorme potenziale delle tecnologie digitali per migliorare la trasparenza e prevenire criticità operative.
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