Con 401 voti su 720, ben oltre i 361 voti necessari, il Parlamento europeo ha eletto il 18 luglio Ursula von der Leyen per altri cinque anni come presidente della Commissione europea. Von der Leyen, 65enne tedesca appartenente al Partito popolare europeo, è stata confermata con un voto a scrutinio segreto: le schede contrarie sono state 284, 15 le astensioni e 7 i voti dichiarati non validi.
Ieri mattina la candidata espressa dal Consiglio europeo ha presentato in un discorso all’Eurocamera di Strasburgo il suo programma per il prossimo mandato, mentre le votazioni si sono tenute successivamente, alle ore 13.
La riconfermata presidente dell’esecutivo europeo è stata sostenuta dai gruppi del Ppe, dei Socialisti e democratici (S&d), di Renew e dei Verdi, mentre il gruppo dei Conservatori e riformisti europei si è diviso sul voto, con la delegazione di Fratelli d’Italia che ha votato contro.
È da sottolineare che nel suo intervento von der Leyen ha presentato come prima la necessità quella di rilanciare la competitività dell’Unione europea, rafforzando il mercato unico in modo trasversale, riducendo il carico burocratico per le aziende, migliorando l’applicazione delle regole e velocizzando i meccanismi delle autorizzazioni industriali (permitting). Per questo motivo verrà nominato un vice presidente della Commissione, incaricato di coordinare il lavoro di riduzione del carico burocratico che ogni Commissario dovrà eseguire nel proprio ambito e sarà introdotto un “controllo competitività” (competitiveness check) per le misure che interessano in particolare le Pmi.
Successivamente, dopo aver riaffermato la necessità di un’implementazione del Green Deal pragmatica e basata sul principio di neutralità tecnologica, von der Leyen ha annunciato la presentazione del Clean Industrial Deal per stimolare gli investimenti in infrastrutture e industria, con particolare attenzione ai settori cosiddetti “hard to abate”, dove è più difficile tagliare le emissioni di anidride carbonica. Questo piano mira a stimolare la creazione di nuovi mercati e la velocizzazione di pianificazione, appalti e permitting e a contribuire alla creazione di norme stabili e prevedibili. Inoltre, il Clean Industry Deal contribuirà, secondo von der Leyen, ad abbassare il costo dell’energia, che oggi è un grande freno per la competitività europea.
Infine, von der Leyen ha parlato della necessità di mobilitare gli investimenti pubblici e privati. In particolare, per gli investimenti privati ha parlato di completamento l’Unione dei mercati dei capitali e, al fine della mobilitazione dei 300 miliardi di risparmi europei che escono dall’Ue ogni anno, la proposta di una Unione europea del risparmio e degli investimenti (European Savings and Investments Union).
Per gli investimenti pubblici, invece, al fine di supportare questi progetti, von der Leyen ha affermato che sarà rafforzato il Quadro finanziario pluriennale e sarà istituito un Fondo europeo per la competitività volto a finanziare, tra gli altri, il Clean Industry Deal.
Infine, tra le molte altre misure annunciate nel discorso, la nuova presidente ha annunciato l’intenzione di nominare un commissario responsabile per gli alloggi e di sviluppare un Piano europeo per l’alloggio accessibile, un nuovo commissario per il Mediterraneo da affiancare all’Alto rappresentante e la costruzione di una Comunità europea della difesa, basata su un mercato unico della difesa e su maggiori investimenti, comuni e non, su tecnologie ad alta complessità e progetti comuni come lo Scudo aereo europeo (European Air Shield).
METSOLA RICONFERMATA ALLA PRESIDENZA
Il 16 luglio durante la prima plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, Roberta Metsola è stata eletta presidente dell’Eurocamera al primo turno con 562 voti su 699, superando la maggioranza richiesta di 312 voti. Metsola continuerà a guidare il Parlamento per i primi due anni e mezzo della decima legislatura. La sua rivale, la spagnola Irene Montero della Sinistra, ha ottenuto 61 voti.
Roberta Metsola, nata a Malta nel 1979, è deputata dal 2013 e ha ricoperto il ruolo di prima vicepresidente dal novembre 2020. È diventata presidente ad interim dopo la morte di David Sassoli l’11 gennaio 2022 e poi presidente effettiva il 18 gennaio 2022, risultando la terza donna a ricoprire tale incarico.
Nel suo discorso post elezione, Metsola ha enfatizzato la necessità di difendere la politica della speranza e di rafforzare il progetto europeo, promuovendo sicurezza, giustizia ed equità. Nella stessa giornata, gli eurodeputati hanno eletto i 14 vice presidenti per la prima metà della nuova legislatura. In una votazione a scrutinio segreto cartaceo, sono stati eletti 11 vice presidenti al primo turno di votazione e 3 al secondo.
I vice presidenti del Parlamento per la prima metà della decima legislatura sono indicati di seguito in ordine di precedenza, stabilito secondo l’ordine in cui sono stati eletti:
- Sabine Verheyen (Ppe, Germania)
- Ewa Kopacz (Ppe, Polonia)
- Esteban González Pons (Ppe, Spagna)
- Katarina Barley (S&d, Germania)
- Pina Picierno (S&d, Italia)
- Victor Negrescu (S&d, Romania)
- Martin Hojsik (Renew, Slovacchia)
- Christel Schaldemose (S&d, Danimarca)
- Javi López (S&d, Spagna)
- Sophie Wilmès (Renew, Belgio)
- Nicolae Stefanuta (Verdes/ALEm, Romania)
- Roberts Zīle (Ecr, Lettonia)
- Antonella Sberna (Ecr, Italia)
- Younous Omarjee (La Sinistra, Francia)
Mercoledì invece sono stati eletti i questori:
- Andrey KOVATCHEV (Ppe, Belgio)
- Marc ANGEL (S&d, Lussemburgo)
- Miriam LEXMANN (Ppe, Slovacchia)
- Fabienne KELLER (Renew, Francia)
- Kosma ZŁOTOWSKI (Ecr, Polonia)
I 14 vice presidenti e i cinque questori, insieme alla presidente, costituiscono l’Ufficio di presidenza del Parlamento europeo. L’Ufficio di presidenza stabilisce le norme per il corretto funzionamento dell’assemblea. Tra le sue altre funzioni, elabora il progetto preliminare di bilancio dell’Eurocamera e decide in materia amministrativa, di personale e di organizzazione. Il portafoglio di ciascun vice presidente o questore comprende le loro responsabilità specifiche in seno all’Ufficio di presidenza, ed è attribuito dal presidente. Oltre ai loro ruoli in seno all’Ufficio di presidenza, i vice presidenti possono sostituire la presidente, anche nel presiedere le discussioni in aula e nel rappresentare il Parlamento in cerimonie o atti specifici, se necessario.
I questori si occupano di questioni amministrative che riguardano direttamente gli stessi deputati e sono membri dell’Ufficio di presidenza a titolo consultivo. Nell’eleggere i membri dell’Ufficio di presidenza, i gruppi politici mirano a garantire che i vice presidenti e i questori riflettano in linea di massima le dimensioni dei gruppi e tengano conto dei risultati delle votazioni per l’elezione della presidente.
L’ASSETTO FINALE DEL PARLAMENTO EUROPEO
Al momento i gruppi europei sono composti da (in ordine ascendente più i non allineati): Partito popolare europeo (Ppe) 188 seggi, Socialisti e democratici (S&d) 136, Patrioti per l’Europa 84, Conservatori e riformisti europei (Ecr) 78, Renew Europe 77, Verdi 53, The Left/GUE 46, Europa delle Nazioni Sovrane 25, Non Iscritti 33. Dopo cinque anni fuori da ogni gruppo, il Movimento 5 Stelle è entrato in The Left con un “periodo di prova di sei mesi”.
È stato sciolto, invece, il gruppo Identità e democrazia (Id), i cui componenti sono andati a formare il nuovo gruppo Patrioti per l’Europa, creato dal premier Viktor Orbán dopo la sua uscita dal Ppe. Alla nuova formazione si sono uniti anche gli spagnoli di Vox, dopo aver abbandonato l’Ecr di Giorgia Meloni. Quello dei Patrioti è il terzo gruppo per dimensione all’interno dell’emiciclo, e conta tra le sue fila Marine Le Pen e Matteo Salvini.
Tuttavia, gli altri partiti hanno già annunciato il “cordone sanitario” come fatto con il precedente Id: nessuna alleanza e, soprattutto, nessun ruolo all’interno delle commissioni parlamentari, a causa delle posizioni considerate troppo estreme e filorusse.
Lo stesso trattamento verrà riservato anche a Europa delle Nazioni Sovrane, l’ultimo e il più piccolo dei gruppi parlamentari, formato dai partiti di estrema destra con in testa Alternative für Deutschland, ex membro di Id ma espulso prima delle elezioni per alcune dichiarazioni vicine al nazismo di alcuni loro esponenti. Nessun partito italiano ne fa parte. Di rilievo, infine, il fatto che dopo le elezioni, i non iscritti e neoeletti senza gruppo erano 90: ora sono rimasti in 33 a non aver ancora trovato una “casa” politica.
LE CARICHE RICOPERTE DAGLI ITALIANI NELL’EUROCAMERA
Per quanto riguarda gli italiani presenti in Parlamento, Massimiliano Salini (Forza Italia) è stato eletto tra i vice presidenti del Ppe, Camilla Laureti (Partito democratico) è prima vice presidente di S&d, Nicola Procaccini (Fratelli d’Italia) è stato riconfermato co-presidente di Ecr, Ignazio Marino (Alleanza verdi sinistra) è vice presidente dei Verdi, mentre l’elezione di Roberto Vannacci della Lega a vice presidente di Patrioti per l’Europa è stata contestata dai francesi di Rassemblement National e se ne attende conferma.
Pina Picierno del Pd (S&d) e Antonella Sberna di Fratelli d’Italia (Ecr) sono state elette martedì vice presidenti del Parlamento europeo.
(per la foto di copertina, credits: European Commission)
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