Tappa marchigiana ieri per il Roadshow “Intelligenza artificiale e Pmi: esperienze da un futuro presente”, l’iniziativa organizzata da Piccola Industria e Anitec-Assinform in collaborazione con la rete dei Digital innovation hub. L’appuntamento di Ancona – realizzato con il Comitato regionale Piccola Industria Confindustria Marche – ha confermato l’interesse da parte degli imprenditori verso il tema e si inserisce in un percorso che, in poco meno di due anni, ha toccato quasi tutte le regioni italiane coinvolgendo circa 1.100 imprese.
La fotografia scattata durante l’incontro vede il 61,3% delle imprese marchigiane ad almeno un livello base di digitalizzazione (dati Istat), mentre per quanto riguarda il mercato digitale nella regione questo ha raggiunto nel 2023 il valore di 1,550 miliardi di euro, segnando un +0,9% rispetto all’anno precedente e mantenendo la tendenza positiva già registrata nel 2022 (+0,4% rispetto al 2021).
Complessivamente il mercato digitale italiano è in crescita e Anitec-Assinform nel suo rapporto “Il Digitale in Italia nel 2024” ha stimato che raggiungerà un valore pari ai 91,6 miliardi di euro nel 2027. Circoscrivendo l’analisi ai soli strumenti di Intelligenza artificiale, il valore del mercato nazionale oggi è pari a circa 674 milioni di euro ed è previsto che raggiunga quasi i due miliardi di euro nel 2027. Nonostante i numeri positivi, il nostro Paese si trova più indietro rispetto agli altri per quanto riguarda lo sviluppo dell’IA. Gli usi prevalenti nelle aziende italiane – si legge nel comunicato stampa – sono “il supporto al processo decisionale (40,1% delle imprese che utilizzano l’IA) e il text mining (39,3%), la generazione di linguaggio naturale (29,4%) e l’uso di IA per robot, droni e veicoli a guida autonoma (17,1%).
GIOVANNI BARONI
In generale, il motivo del ritardo italiano è da ricercarsi nella mancanza di competenze adeguate. Aspetto, quest’ultimo, sottolineato dal presidente di Piccola Industria Giovanni Baroni: “Negli ultimi mesi tutti gli indicatori economici nazionali e internazionali ci hanno ricordato l’importanza del capitale umano nel processo di digitalizzazione delle nostre imprese – ha affermato –. All’effettiva adozione delle tecnologie digitali nelle aziende, in particolare nelle Pmi, concorrono in modo rilevante le competenze dei lavoratori e le capacità manageriali. Secondo l’Istat nel 2023 nel nostro Paese solo il 45,9% degli adulti possiede competenze digitali adeguate, oltre un terzo (36,1%) ha competenze insufficienti e il 5,1%, pur essendo utente di Internet, non ha alcuna competenza”. Alla luce di questi numeri, secondo Baroni, è prioritario allargare il focus: “Non dobbiamo preoccuparci solo di quante aziende dichiarano di usarla – ha sottolineato – ma capire come lo fanno e quali sono i rischi di un uso inconsapevole, incontrollato e superficiale”.
Rispetto alla situazione marchigiana, il presidente di Anitec-Assinform Massimo Dal Checco ha così commentato: “Come dimostrano i dati, le Marche registrano un buon dinamismo nel settore Ict e l’IA può essere certamente un fattore di forte accelerazione della trasformazione digitale delle imprese. L’IA è una tecnologia trasversale che si può applicare a tutti i settori dell’economia marchigiana: dal turismo all’agroalimentare fino alle specializzazioni d’eccellenza, come l’industria manifatturiera. I casi di successo nella regione mostrano come le aziende marchigiane stiano iniziando a integrare soluzioni di AI nei loro processi, migliorando l’efficienza operativa e creando nuove opportunità di business. Dobbiamo continuare lungo questa strada”.
PAOLO CECI
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente del Comitato Regionale Piccola Industria Confindustria Marche Paolo Ceci, per il quale è “importante intensificare gli investimenti delle imprese nella digitalizzazione e nella IA, accompagnandole con strumenti di supporto come i Dih”.
Infine, il direttore operativo EDIH4Marche Gaetano Ascenzi ha ricordato il ruolo della propria struttura: “EDI4Marche sta affiancando il tessuto delle aziende marchigiane per gestire e non subire questa trasformazione, che è inevitabile e non eludibile”. Da lui un riferimento importante al tema della Cyber Security. “È necessario che tutto questo non sia una imposizione o peggio una moda da seguire – ha spiegato – ma si inquadri in un percorso di crescita del business delle aziende. La nostra azione ha come obiettivo aiutare le imprese a rendere coerenti le scelte tecnologiche con la strategia aziendale attraverso la realizzazione di digital roadmap personalizzate, test di tecnologie “prima di acquistarle”, formazione su tutte le tecnologie relative all’IA e alla Cybersecurity”.
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