Il futuro e gli equilibri politici mondiali in questa estate così anomala saranno segnati da un lato dalle elezioni politiche in Europa, in cui i dati più significativi sono stati l’astensionismo e la voglia di protezionismo nazionale, dall’altro dalle elezioni politiche americane di novembre, dove la scelta fra i due candidati determinerà anche le politiche economiche future di un paese dal quale l’Europa non può prescindere. In questo scenario come si collocheranno le nostre imprese e l’Italia?
Cito un pensiero che Alec Ross – imprenditore, scrittore, già responsabile del Comitato per la politica tecnologica e dei media nella campagna presidenziale di Barack Obama nel 2008 e oggi docente presso la Bologna Business School – ha espresso pochi mesi fa in una trasmissione televisiva: “L’America è un paese gestito da imprenditori, l’Europa è un continente gestito da avvocati e la Cina un paese gestito dal governo. Le innovazioni più importanti degli ultimi 500 anni sono nate in Italia: dalla lampadina alla radio, dalle banche al motore a scoppio, dagli occhiali alla macchina da scrivere. La Cina che cosa ha inventato in questo stesso periodo? Niente. La Cina è un paese che rende il mondo più efficace, ma non inventa nulla. Il problema è che il sistema europeo non funziona molto bene per innovare e per commercializzare; è dominato dalle regolamentazioni. Fare l’imprenditore in Europa è come fare una maratona portando sulle spalle uno zaino pieno di sassi; se l’Europa non vuole diventare una colonia economica al servizio di Stati Uniti e Cina dobbiamo togliere quello zaino”.
Ricordare a noi italiani che le innovazioni più importanti sono nate nel nostro Paese deve aiutarci a ritrovare l’orgoglio appannato di questi ultimi anni, individuando settori nei quali investire e fare ricerca. Alessandro Aresu, nell’intervista che ospitiamo in apertura, ci indica per esempio la chimica farmaceutica e le nicchie di eccellenza che già abbiamo; allo stesso modo dobbiamo recuperare terreno sulla transizione digitale perché l’intelligenza artificiale può offrire molte opportunità alle nostre imprese: liberando il tempo dei nostri collaboratori, valorizzando le loro capacità personali e aumentando la produttività complessiva.
Al tempo stesso non posso non ricordare la transizione ecologica, perché gli effetti del riscaldamento globale sono sotto gli occhi di tutti e si manifestano pure nel nostro Paese con drammatica evidenza. Siccità persistente al Sud e nubifragi ed esondazioni al Nord, che ci hanno ricordato i disastri ambientali del maggio 2023 nella mia Emilia-Romagna. Trovare soluzioni a problemi così grandi non sarà facile, ma sarà la sfida costante del prossimo futuro. Torneremo a parlarne dopo la pausa estiva, per la quale auguriamo meritato riposo agli imprenditori, ai dipendenti e alle loro famiglie.
(Editoriale pubblicato sul numero di luglio de “L’Imprenditore”)
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