Amici da sempre, nel 2017 Giacomo Zenoni e Andrea Daminelli hanno deciso di lasciare le precedenti strade lavorative per convergere a tempo pieno su un progetto che stuzzicava la curiosità dei due ingegneri meccanici. Dopo aver condiviso tanti momenti della propria vita già in età adolescenziale, il tandem imprenditoriale si è lanciato con passione, vestendo i panni della startup innovativa Daze – 4,5 milioni di euro di fatturato nel 2023 a fronte di 65 dipendenti – nel mondo delle auto elettriche e con l’obiettivo di provare a rivoluzionarlo.
“L’idea era quella di riuscire a mettere sul mercato una piattaforma che permettesse di ricaricare la batteria delle macchine semplicemente salendoci sopra – spiega Zenoni, coamministratore delegato della realtà industriale con quartier generale ad Almenno San Bartolomeo, in provincia di Bergamo –. Un progetto molto appagante e meritevole di un buon numero di premi che generava parecchio interesse tra gli addetti ai lavori ma produceva, purtroppo, poco fatturato. Quindi ci abbiamo messo sette lunghi anni, assai di più rispetto a quanto sperato, per iniziare a vedere la fine del tunnel e portarlo tra poco a compimento”.
Nel frattempo, l’azienda lombarda – che un anno dopo la sua fondazione si è arricchita delle conoscenze dell’ingegnere energetico e ora socio Federico Mazzoleni (nella foto in alto, a sinistra insieme a Giacomo Zenoni, al centro, e Andrea Daminelli) – ha pensato di mantenersi in linea di galleggiamento virando verso prodotti più convenzionali, scelta che ha pagato i dividendi attesi. “Sono stati i sistemi di ricarica tradizionali a permetterci di diventare una Pmi capace di mostrare all’esterno quella solidità indispensabile per andare avanti in un settore così dinamico e grandemente competitivo come quello in cui operiamo. Quindi è nato Dazebox, un wallbox di cui abbiamo venduto 25mila esemplari da fine 2022 ad ora e che ha contribuito ad una sostanziosa crescita di un fatturato che, per l’anno in corso, contiamo di far arrivare a 7 milioni di euro”.
Una traiettoria imprenditoriale che comunque ha preso corpo solo dopo il successo ottenuto nel premio europeo Horizon, momento di svolta perché il progetto, oltretutto diventato vincente solo al settimo e ultimo possibile tentativo, era complesso da fare capire a fondi di investimento e banche, esponendo insomma ad un grosso rischio chi lo proponeva.
Forti dei risultati portati a casa negli ultimi anni sul territorio italiano e non solo, i vertici aziendali di Daze hanno poi deciso di accrescere progressivamente il perimetro d’influenza commerciale, aprendo ad altri paesi, soprattutto europei. “Nel 2023 abbiamo aperto un ufficio a Madrid. Lì cinque profili commerciali si occupano di vendere i nostri prodotti sul mercato iberico oltre che su quelli portoghese e sudamericano, mentre nell’anno in corso abbiamo creato anche una sede a Parigi con prospettive ancora migliori rispetto alla spagnola. Intanto, pur in quantità non particolarmente elevate, vendiamo pure in Grecia, Slovenia, Croazia, Svizzera”, sottolinea Zenoni.
Uno degli aspetti più curati nel quotidiano di Daze è sicuramente la voglia di mettere a proprio agio i dipendenti attraverso una serie di offerte volte a fidelizzarli. “Chi lavora assieme a noi ha un’età media di 30 anni e abbiamo studiato un welfare che sia il più possibile aderente alle loro necessità. Ormai non si può più derogare al mettere la massima attenzione per venire incontro alle esigenze dei dipendenti anche fuori degli orari di lavoro. Hanno già un giorno la settimana di smart working e stiamo valutando la possibilità di arrivare a due, mentre alcuni hanno già un profilo che prevede il full remote. Mi capita anche di parlare spesso con altri fondatori di startup per scambiarci idee su benefit e altre cose, passaggio ormai essenziale per capire e, magari in alcuni casi anche copiare, cosa fanno gli altri sull’argomento welfare nella propria azienda. Un modo per tenerci strette le migliori figure professionali, che nel nostro settore vengono costantemente corteggiate. Dinamiche nelle quali risulta decisivo pure un attento lavoro di recruiting”.
Per quanto riguarda invece quei prodotti di punta che stanno aiutando la Pmi lombarda a fare un ulteriore passo in avanti nel mondo della mobilità elettrica e dei prodotti ad essa collegati, Daze sta studiando anche altre soluzioni innovative. “Oltre ai sistemi di ricarica casalinghi Dazebox, tra cui spiccano l’Home (nella foto sopra) e lo Share, quest’ultimo per ambienti come ristoranti e bed and breakfast, stiamo infatti cercando di entrare nel pubblico con una colonnina di ricarica stradale che si chiamerà Urban e dovrebbe diventare operativa all’interno dei parcheggi a partire dalla prossima estate”, sottolinea l’ad di Daze.
A media scadenza, inoltre, l’azienda di casa ad Almenno San Bartolomeo è determinata a mettere sul mercato proposte che vanno nella direzione dell’alta potenza e anche oltre. “Siamo intenzionati a portare sulle strade italiane colonnine super charger di nuova generazione, ma ci concentreremo pure sui sistemi inverter e sul solare, per poi lanciare sul mercato nel giro dei prossimi tre anni un pacchetto casa completo”, conclude Giacomo Zenoni.
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