In oltre trent’anni di presenza attiva nel settore del packaging, la famiglia Brillante ha incentrato il proprio impegno sul riuscire a mettere sul mercato nuove idee per l’estrusione in bolla di film plastici a livello industriale. Un progetto di successo che nel 2003 ha generato Blu Plast – 58 milioni di euro di fatturato nel 2023 e 120 dipendenti –, azienda con quartier generale a Pagani, in provincia di Salerno, che si è progressivamente imposta in ambienti commerciali italiani per poi iniziare a fare sentire la presenza delle innovazioni proposte dal brand anche oltre confine.
“Il costante sviluppo di Blu Plast ha fatto sì che nel 2013 sia diventato necessario allargare i nostri orizzonti industriali pure in altre direzioni con l’acquisizione di un polo produttivo ancora più tecnologico a Zingonia, in provincia di Bergamo – spiega Valeria Brillante (nella foto in alto), responsabile amministrativa della Pmi campana –. Una scelta dettata dalla volontà di lanciarci verso una dimensione maggiormente internazionale, sbarcando sui mercati europei, insomma, dopo la creazione nel 2017 del Gruppo Blu Plast. Dinamiche aziendali, soprattutto la necessità di avere più spazi di manovra a disposizione, che sette anni più tardi ci hanno spinto ad aprire un terzo stabilimento a Castel San Giorgio, sempre nel salernitano, spostando lì i reparti stampa, e taglio e saldatrici per lasciare in questo modo a Pagani solo i processi di nascita delle bobine in polietilene”.
Sempre alla ricerca di modi per essere certi che i propri prodotti siano costantemente al passo con i tempi, Blu Plast, con il know how maturato negli anni nel mondo del packaging flessibile, crea negli stabilimenti aziendali per svariati settori commerciali. “Qui nella nostra struttura produttiva facciamo, tra le altre cose, film che vanno a rendere sicura la catena alimentare, film per i settori igienico-sanitario, nello specifico per pannoloni per adulti e traverse, queste ultime sia ospedaliere che per animali, mentre nel cartaceo curiamo la protezione di fazzoletti, rotoloni e generi simili. Ci occupiamo, insomma, della produzione di packaging per importanti realtà industriali italiane presenti nei vari mercati”. E non solo, considerato che oltre a grandi aziende di casa nostra, Blu Plast continua a servire pure alcune multinazionali. “Per loro realizziamo prodotti estremamente tecnici, di alta qualità e tassativamente in grosse quantità, visto che gli impianti di cui disponiamo non ci permettono di andare al di sotto di certi numeri”, conferma Brillante.
Intanto, anche per cercare di far comprendere a chi ha ancora dubbi quale sia il valore reale da attribuire alla plastica, la Pmi campana si è dotata di un certificato che le consente di rimettere in circolo prodotto già utilizzato in precedenza. “È quello denominato ‘plastica seconda vita’ e ci permette di acquistare materiali di scarto e rifiuti industriali per poi, nei limiti consentiti dalla legge, rilavorarli e riutilizzarli magari per confezionare le buste dei corrieri – chiarisce la responsabile amministrativa di Blu Plast –. Crediamo, seguendo la nostra politica aziendale, che se la plastica venisse sempre gestita e riciclata nel modo giusto non saremmo costretti a fare fronte a tutti i problemi che si creano nel mondo. Perché la plastica è riciclabile all’infinito ed inoltre, nel periodo che abbiamo vissuto sotto la pandemia generata dal Covid-19, proprio perché i microbi non riuscivano ad attecchire sui prodotti a base plastica, questi si sono rivelati efficacissimi. Ora speriamo che il cittadino capisca finalmente il significato di tutto ciò, ma se così non fosse ce ne faremo una ragione andando avanti per la nostra strada”.
Convinti sponsor dell’economia circolare, i vertici aziendali di Blu Plast proseguono a seguire i criteri che sono alla base del modus operandi della realtà industriale con quartier generale a Pagani. “Cerchiamo in ogni modo di reimmettere nel ciclo produttivo gli scarti, purtroppo però non direttamente quelli relativi alle stampe dei nostri film. Comunque ci sono tante imprese che comprano lo scarto di Blu Plast e in giro ne esistono parecchie altre capaci di tramutare la plastica riciclata in oggetti come orologi, scarpe, accessori per borse”.
Con una percentuale export intorno al 20%, l’azienda campana sta poi provando ad aumentare la propria presenza oltre i confini nazionali. “La voglia di continuare a crescere anche all’estero è sempre forte. Per adesso siamo arrivati in Algeria, Portogallo, Sudafrica, abbiamo qualcosa in atto in Francia, mentre, prima della guerra, il marchio si era fatto conoscere pure in Russia”.
“Per il futuro ci impegneremo a seguire con ancora maggiore attenzione gli effetti dell’investimento di 20 milioni di euro fatto da capofila con il supporto di Invitalia, progetto legato all’ampliamento della catena produttiva nel settore dell’igienico-sanitario. Idea di sviluppo che porterà, tra gli altri aspetti, in particolare ad un ulteriore aumento di una ventina di persone del nostro organico”, conclude Valeria Brillante.
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