Da decenni ai massimi livelli nel settore degli oggetti d’arte da tavola, Argenterie Greggio – 10 milioni di euro di fatturato nel 2023 a fronte di 90 dipendenti – può essere meritatamente considerata un’eccellenza italiana quando si parla di posate d’argento e in materiali affini all’argento create per soddisfare il lusso più alto. Nel quartier generale di Sarmeola di Rubano, in provincia di Padova, vengono infatti prodotti oggetti personalizzati fin nel minimo dettaglio, che poi vanno a rendere uniche le tavole anche di principesse e sultani, oltre che quelle istituzionali del Quirinale a Roma.
“Per avere una qualità e una resa estetica ben sopra la media, Argenterie Greggio può contare su una filiera verticale, unica in Europa, tutta strutturata all’interno della nostra sede – chiarisce Marco Greggio (nella foto accanto), consigliere delegato della storica Pmi veneta –. E per dare continuità alla storia dell’argenteria italiana dal ‘500 in avanti e in questo modo alimentare la passione anche nelle nuove generazioni, investiamo molto nella formazione. Pure nel nostro campo è diventato sempre più complesso trovare giovani tecnici qualificati e quindi, ogni anno, ci preoccupiamo di avviare 12 stagisti alla conoscenza dei processi che caratterizzano questa attività”.
Oltre al classico negoziante a cui vengono vendute le creazioni di Argenterie Greggio su catalogo, il variegato universo della clientela è composto soprattutto da grandi brand internazionali, usi ripetere gli ordini con costanza. “Vengono qui da noi assieme ai designer e, dopo che hanno fatto le loro scelte, ci impegniamo a dare sostanza alle idee dei committenti creando prototipi adeguati. Un altro contesto piuttosto interessante e in rapido sviluppo commerciale è sicuramente quello legato all’interior design, in particolare in ambienti come motonautica e mega yacht. Sentiamo, insomma, lo stimolo di lanciarci in cose trasversali rispetto al nostro core business lavorando fianco a fianco con i principali costruttori di yacht in Italia”.
Con questo modus operandi, sempre aperto a soluzioni innovative pur restando ben connesso alla tradizione, l’azienda del padovano continua a mantenere una grossa fetta di mercato soprattutto all’estero, dove vanno la maggior parte dei preziosi oggetti da tavola realizzati. “Con le posate e le tante altre cose in grado di impreziosire le tavole siamo estremamente conosciuti e apprezzati anche fuori dei confini nazionali – spiega Greggio –. La percentuale export di Argenterie Greggio si attesta infatti su un corposo 80%, con i paesi arabi, il Nord America, alcuni stati emergenti africani oltre a Hong Kong e la Cina ad essere le zone del mondo con più interesse per i nostri prodotti. Un bacino d’utenza fondamentale e qualificato, che dobbiamo curare con grande attenzione partecipando a fiere, eventi, facendo spesso viaggi all’estero per migliorare ulteriormente la presenza internazionale e cercare di avvicinarsi al livello dei francesi, per ora più bravi di noi perlomeno nel marketing”.
Con l’arrivo, nei primi anni ‘90, delle proprie creazioni pure sul prestigioso palcoscenico commerciale di Harrods a Londra, Argenterie Greggio ha poi compiuto quel definitivo passo in avanti verso un mondo capace di offrire altri importanti sbocchi alle creazioni realizzate negli stabilimenti di Sarmeola di Rubano. “La presenza nel famoso grande magazzino londinese continua a fare per noi da antenna sui mercati internazionali del lusso, permettendoci pure di intercettare i segretari dei sultani per proporre loro, attraverso il collegamento con importanti interior designer, soluzioni per poter dare risposta ai desiderata di proprietari di ville soprattutto nei territori arabi”.
Nel frattempo, la Pmi veneta ha dovuto adeguarsi nel corso degli anni alle nuove tecnologie che hanno fatto capolino pure nel mondo dell’arte da tavola. “Nostro padre ci ha insegnato a ricercare sempre più efficaci soluzioni, innovazioni da inserire nel quotidiano dell’azienda e che consideriamo un grande stimolo per tutti – sottolinea il consigliere delegato di Argenterie Greggio –. Tra queste spiccano sicuramente il laser e la tecnologia 3D, tecniche di cui ci siamo subito innamorati e che usiamo, tra le altre cose, per creare repliche per musei privati come anche oggetti classici per il mondo religioso”.
Diventata nel tempo un Gruppo, in particolare dopo l’acquisizione portata a termine nel 1995 di importanti protagonisti del settore quali Cesa1882 e Ricci Argentieri, la realtà industriale del padovano ha in cantiere per l’immediato futuro un progetto di grande respiro. “Vorremmo riuscire a creare un nostro museo, ambiente che ci permetta di mostrare al pubblico quanto prodotto in 76 anni di storia e non solo. Oggetti d’arte come quelli di Casa Savoia o le posate marchiate Cesa1882 che forniamo al Quirinale (nella foto di copertina) e che, se c’è necessità, ci impegniamo pure a restaurare”, conclude Marco Greggio.
The post Argenterie Greggio, quando la bellezza si incontra a tavola appeared first on L'Imprenditore.