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⚡️ Vicina ai territori ma legata alle riforme, la Coesione secondo Fitto

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Una politica di coesione ritagliata su misura sulle esigenze dei territori, ma legata ad un modello di erogazione dei fondi basato sull’esperienza del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ossia su finanziamenti che si sbloccano al raggiungimento di obiettivi.

È questa la visione proposta dal vicepresidente esecutivo designato per la Coesione e le Riforme, Raffaele Fitto (nella foto in alto), di fronte agli eurodeputati riuniti per l’audizione di conferma di ieri. Nel suo discorso di apertura, il candidato italiano si è presentato specificando che lavorerà per l’interesse generale dell’Ue, senza rappresentare nessun interesse politico o nazionale specifico.

 

Per quanto riguarda la Politica di coesione, ovvero il principale sostegno Ue ai territori più poveri che nel periodo 2021-2027 dispone di risorse pari a 392 miliardi di euro, Fitto ne ha ribadito la centralità, aggiungendo però che la sua sostenibilità a lungo termine dipenderà dalla creazione di legami più stretti tra l’Ue, le regioni e i governi locali, oltre che dal suo miglioramento nell’affrontare le crisi attuali. In tal senso, ha affermato di essere a favore di concedere alle città un accesso più diretto ai fondi Ue e ha annunciato un’agenda europea globale per le città incentrata su alloggi, coesione sociale ed economia circolare.

Nel corso del dibattito, è stato posto l’accento al concetto di una Coesione “su misura”, soprattutto per territori come isole e aree montane e rurali, che hanno bisogni e sfide specifici. Anche alla luce del forte calo demografico che molte di queste zone vivono, Fitto ha appoggiato maggiori investimenti, soprattutto nella digitalizzazione, per garantire il “diritto a rimanere” e prevenire la fuga di cervelli.

Tra le affermazioni più importanti, vi è stata quella sul sostegno al modello per la Coesione proposto dalla Commissione per il prossimo bilancio, che prevede di collegare i pagamenti alle riforme, come già avvenuto con i fondi del Pnrr. Anche in qualità di ministro uscente agli Affari europei, Fitto ha riportato che nella sua esperienza questo approccio ha accelerato l’attuazione delle riforme a livello nazionale, sposandone l’impostazione.

 

Fitto ha poi ribadito la necessità di semplificare la gestione dei fondi di Coesione e l’accesso ai fondi per le piccole e medie imprese, un impegno che verrà portato avanti in coordinamento con il commissario alla Semplificazione Valdis Dombrovskis. In risposta alla domanda su cosa farà per combattere le frodi, il candidato italiano ha riaffermato il suo impegno a collaborare con la Corte dei conti dell’Ue, l’Ufficio europeo antifrode (Olaf) e la Procura europea per perseguire chi abusa dei fondi di coesione, aggiungendo che è fondamentale migliorare l’efficacia di queste organizzazioni e semplificare l’accesso ai fondi senza compromettere la trasparenza e la responsabilità.

Nel corso dell’audizione, il vice presidente designato si è difeso dall’accusa, ricevuta da diversi eurodeputati, di aver limitato l’autonomia delle regioni nella gestione dei fondi di Coesione durante il suo mandato come ministro, sostenendo che la riforma italiana della Coesione è stata concordata con la Commissione, i sindacati e le stesse regioni.

Infine, riguardo ad una possibile revisione delle norme di Coesione per consentire la spesa dei fondi Ue per l’industria della difesa e la mobilità militare, come riportato da un articolo del Financial Times pubblicato nella stessa mattinata, Fitto ha dichiarato di non commentare indiscrezioni non basate su dichiarazioni ufficiali della Commissione europea.

 

Per quanto riguardo le nomine, nel caso tutti i candidati venissero confermati, l’elezione da parte degli eurodeputati dell’intero collegio è prevista durante la sessione plenaria del 25-28 novembre, a Strasburgo. Tuttavia, non è chiaro quando verrà presa la decisione sui vice presidenti. Stando alle ultime indiscrezioni, l’esito delle audizioni di ieri potrebbe essere deciso oggi, mercoledì 13 novembre, come trascinarsi fino a lunedì prossimo, a causa delle divisioni politiche all’interno del Parlamento europeo.

 

(Per la foto, credits: European Parliament)

 

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