Prima azienda privata italiana a poter disporre di una costellazione di pico-satelliti (solitamente di massa compresa tra cento grammi e un chilo, ndr) per la connettività IoT, Apogeo Space – 95mila euro di fatturato nel 2023 a fronte di 15 dipendenti – è scesa in campo nel 2015 come startup nel settore spaziale (con l’obiettivo iniziale di entrare in progetti istituzionali nell’ottica di trovare fondi da reinvestire) per poi cominciare a scalare il mercato sette anni più avanti dopo aver lanciato i primi due satelliti dimostratori.
Una vita industriale relativamente giovane, che è comunque stata sufficiente per permettere alla realtà bresciana di farsi conoscere in modo progressivo nel proprio territorio commerciale d’influenza, tanto da meritarsi sempre nel 2022 il concreto interesse dimostrato da Primo Space. “Loro sono il primo venture capital italiano nel campo dell’economia spaziale e due anni fa hanno deciso di assegnare ad Apogeo Space un round complessivo di finanziamenti pari a cinque milioni di euro – chiarisce Guido Parissenti (nella foto in alto), amministratore delegato e cofondatore della Pmi lombarda –. Una crescita sostanziale in grado di permetterci di lanciare in orbita diciotto satelliti a novembre 2023 e agosto 2024: alcuni dei primi sono già rientrati, cioè bruciati nel ritorno nell’atmosfera terrestre; tra gli ultimi partiti ne abbiamo perso uno, mentre gli altri otto sono ancora attivi”.
Ma che dimensioni hanno questi pico-satelliti, miniature estremamente tecnologiche capaci di operare anche in veri e propri sciami? “Quelli che usiamo noi di Apogeo Space sono grandi più o meno come un toast, microsatelliti di 10 per 10 per 3 centimetri che pesano 450 grammi. Al di là del sovraffollamento dello spazio, che nel prossimo futuro verrà regolamentato con leggi specifiche, questi satelliti offrono risposte e risolvono problemi più che crearne. Consentono di recuperare informazioni da sensori dislocati nelle aree del pianeta non servite dalle reti di connettività terrestre, permettendo applicazioni non possibili con altri sistemi. Questo tipo di attività si inserisce nel solco della sempre maggiore utilità di servizi satellitari in genere all’interno delle nostre vite, aspetti di cui magari neanche ci accorgiamo. Si pensi, ad esempio, che senza i servizi satellitari non potremmo avere operazioni finanziarie sicure, perché queste ultime poggiano sull’utilizzo di orologi atomici precisi al microsecondo: se andassero in crisi loro, insomma, finirebbe per crollare anche la borsa. Inoltre, riusciamo a monitorare il meteo per cercare di essere il più possibile pronti a fronteggiare quanto purtroppo generato dal riscaldamento globale”.
Per quanto riguarda invece il bacino commerciale a cui si rivolge la Pmi con quartier generale a Brescia, questo è formato da committenti di varia provenienza. “In sostanza ci impegniamo a mettere a terra un conto terzi in grado di fornire connettività ai più alti livelli – spiega Parissenti, una laurea in ingegneria spaziale e quindici anni di esperienza maturata nel settore –. Come fornitori di infrastrutture IoT, il nostro cliente non è quindi l’agricoltore che poi ne trae vantaggio, ma l’azienda che produce il sensore, quel dispositivo di monitoraggio che controlla lo stato dei suoi campi. Apogeo Space poi ha necessariamente un approccio tailor made, derivante pure dal fatto che la costellazione di cui disponiamo, volendo, è accessibile a tutti: dal piccolo stato alle grandi aziende, tra cui quelle del settore oil and gas che solitamente non vogliono far sapere nulla delle proprie scelte ai competitor. A questi ultimi forniamo servizi personalizzati che possono arrivare al lancio di una costellazione dedicata. Inoltre, a proposito dell’invio di informazioni, vogliamo arrivare ad utilizzare trasponder facilmente reperibili in commercio e perciò dal costo più basso rispetto agli altri. Una fruibilità molto meno impegnativa in termini economici per ogni tipo di committente e che crediamo ci renderà ulteriormente competitivi sul mercato”.
Apogeo Space, durante il progetto di crescita che l’ha portata sulla bocca di tanti addetti ai lavori nel campo spaziale, continua perciò a rivolgersi ad una categoria piuttosto ampia di clienti e con scale industriali estremamente diverse. “Il nostro raggio d’azione va dall’azienda elettronica che sviluppa per conto proprio o per terzi dispositivi di monitoraggio di infrastrutture, operando nel settore agricolo, nel tracking degli oceani in giro per il mondo, a grandi realtà che devono occuparsi della rete IoT di altri importanti soggetti istituzionali”, sottolinea Parissenti, che, durante la sua carriera, ha contribuito alla messa a terra di progetti dell’Esa (Agenzia Spaziale Europea), dell’Asi (Agenzia Spaziale Italiana) e della Nasa.
“Quello che possiamo fare per le aziende è quindi fornire servizi di connettività in zone in cui non esistono ancora, oppure risolvere problemi logistici potenzialmente complicati da gestire. Per esempio, stiamo dialogando con un’impresa produttrice dell’elettronica che controlla cassonetti per l’immondizia che hanno bisogno di una scheda per essere aperti. Questi hanno al loro interno una sim card in grado di comunicare i dati alla centrale, ma il fatto che la gara posta in essere dalle municipalità possa essere vinta ogni pochi anni da player diversi complica di molto il tutto. In sostanza è necessario tirare fuori le ipotetiche 10mila sim di un operatore e sostituirle con quelle del nuovo, un servizio che invece noi possiamo fornire attraverso i satelliti, risolvendo inoltre il problema che talvolta questi cassonetti restano al di fuori della portata delle normali reti terrestri e sono di fatto disconnessi dal controllo della centrale operativa”.
In chiave futura, infine, Apogeo Space ha idee ben precise. “Stiamo focalizzando l’attenzione sull’apertura di un nuovo round di finanziamenti necessari, tra le altre cose, per completare la costellazione. Inoltre, vogliamo aprire altri uffici in aree geografiche del Sud America e dell’Asia”, conclude Guido Parissenti.
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