“È passato quasi un secolo da quando Luigi Franceschetti, mio omonimo, iniziò a riciclare i sacchi di juta usati dei mulini di zona avviando di fatto quell’attività commerciale che poi si è ampliata e differenziata fino a raggiungere i livelli attuali”. Una traiettoria industriale, quella della Saccheria Franceschetti – 18 milioni di fatturato nel 2023 a fronte di 35 dipendenti – che si è dipanata nel tempo mentre nel quartier generale di Provaglio d’Iseo, in provincia di Brescia, si studiavano nuovi utilizzi per i big bags marchio di fabbrica della dinamica famiglia lombarda.
“Mio padre Giacomo fu uno dei primi laureati della facoltà di Economia e Commercio all’Università Cattolica e la sua tesi fu imperniata sui sacchetti di plastica – spiega Luigi Franceschetti (nella foto in alto), presidente della Pmi del bresciano –. In seguito, il progetto imprenditoriale si è progressivamente arricchito di nuovi prodotti, con un focus specifico sulla produzione di big bags, sacchi fatti in rafia estrusa che, sottoforma di trama e ordito, viene inserita in un telaio e risulta avere una resistenza superiore rispetto alla media. Tessuti fatti come fossero di fibre naturali, mentre, in realtà, queste sono sintetiche”.
Una costante attività di implementazione di tecnologia applicata a questo settore merceologico che ha permesso a Saccheria Franceschetti di crescere in modo esponenziale nel tempo sfruttando le conoscenze dei suoi vertici aziendali. “Mia cugina Luisa, che nella nostra realtà svolge il ruolo di amministratore delegato, ed io, terminata l’università abbiamo deciso di non entrare subito in azienda e per un buon numero di anni ci siamo trovati a lavorare all’estero. Quando, intorno al 2014 abbiamo fatto il passo auspicato dai nostri genitori, i due fratelli soci che hanno costituito la seconda generazione dell’impresa, siamo poi riusciti a far diventare la Saccheria uno dei casi italiani più eclatanti dell’applicazione dell’Intelligenza artificiale. E questo non è avvenuto adesso, periodo storico in cui l’IA è un po’ sulla bocca di tutti, ma nel 2019, quando era qualcosa di estremamente innovativo”.
“Questo processo – spiega ancora Luigi Franceschetti – è passato da un impegno incredibile nell’efficientamento di una struttura piuttosto vecchia da un punto di vista informatico e nel successivo sviluppo del software attraverso il lavoro di un team interno, dinamiche in grado di raddoppiare sostanzialmente la redditività pur non cambiando il prodotto. La chiave è stata infatti la capacità di poter migliorare tutto ciò legato alla vendita dei big bags attraverso le offerte BtoB sulle nostre pagine di e-commerce”.
Sviluppo commerciale che alla fine, eravamo nel dicembre del 2022, ha conseguentemente portato Saccheria Franceschetti a quotarsi in Borsa sul mercato Egm di Milano. “Un’evoluzione a cui puntavamo, anche perché ti obbliga ad avere un’organizzazione molto managerializzata. Noi siamo parecchio atipici: qui a Brescia è prevalente l’azienda di stampo familiare, mentre forse il fatto di aver vissuto tanto oltreconfine ci ha dato invece una visione più internazionale e strutturata del fare impresa”.
Ma quali sono le big bags più apprezzati dalla clientela di Saccheria Franceschetti? “In generale quelle usate nel settore delle costruzioni, ambito da cui ci chiedono soprattutto sacchi per la bonifica dell’amianto – sottolinea Franceschetti –. In azienda produciamo infatti uno specifico big bag bianco da circa un metro cubo con al suo interno un ulteriore spazio adatto a contenere materiali di questo genere. È il prodotto di punta, al momento, all’interno della nostra offerta”. Un campionario di sacchi per tutte le necessità che la Pmi di base a Provaglio d’Iseo tornerà a mostrare al pubblico in occasione dell’edizione 2024 della fiera Ecomondo, in programma dal 5 all’8 novembre prossimi alla Fiera di Rimini. “L’appuntamento più importante per il settore in cui operiamo e a cui saranno presenti tutti i player specializzati in questo campo industriale. In quell’occasione continueremo a farci conoscere e attirare nuovi clienti, processo di espansione che, ripeto, ha avuto un grande supporto pure dalle vendite da e-commerce. Strumento, con l’aiuto del quale, abbiamo di fatto sorpreso il mercato mettendo in campo un processo commerciale completamente automatizzato”.
Attualmente in grado di generare un 20% di percentuale export, Saccheria Franceschetti ha comunque intenzione di crescere anche in questo campo attraverso un dettagliato progetto di acquisizione di aziende presenti all’interno dei confini della Ue. “Con ciò che abbiamo raccolto in Borsa negli ultimi anni stiamo andando alla ricerca di imprese che facciano al caso nostro, realtà internazionali a cui trasferire il nostro metodo di lavoro altamente informatizzato. Programma di acquisizioni mirate che, entro i prossimi due anni, dovrebbe portarci ad essere presenti non solo in Germania, ma pure in altre zone d’Europa”, conclude Luigi Franceschetti.
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