Iniziata di fatto nel secondo dopoguerra con la produzione di yogurt greco, la storia aziendale di Beltion – 5,3 milioni di euro di fatturato e 21 dipendenti – è proseguita evolvendosi attraverso l’imbottigliamento di vermouth, la produzione di sciroppi e liquori, tra cui latte di mandorla e sambuca, indirizzi dettati dalla mente vulcanica del suo fondatore, sempre pronto a prendere un’altra direzione se scorgeva all’orizzonte nuovi possibili traguardi da raggiungere. Nella sede storica di Putignano, in provincia di Bari, la Pmi pugliese si è successivamente specializzata nella realizzazione di uno sciroppo di latte di mandorle, elaborato esclusivamente con mandorla emulsionata, acqua e zucchero, prodotto di punta che ha contribuito a far guadagnare a Beltion un meritato riconoscimento a livello nazionale.
“Avevamo un piccolo locale nei pressi del bar di famiglia poi diventato una fabbrica di non grandi dimensioni – spiega Francesco Giannandrea (nella foto in alto), direttore commerciale dell’impresa del barese –. In seguito, con l’entrata in azienda di noi figli negli anni ‘80, abbiamo assistito ad un sostanziale cambio di marcia, con aumento delle vendite e, poco meno di vent’anni più avanti, c’è stato lo spostamento logistico in una struttura industriale ancora più ampia”. Nel frattempo, mantenendo costantemente il focus sul latte di mandorle, i vertici aziendali di Beltion hanno allargato l’offerta anche ad altri tipi di liquori, raggiungendo le 124 referenze più una decina di realizzazioni alcoliche conto terzi con dietro uno studio accurato che, conseguentemente, non può che generare prodotti dal prezzo medio-alto.
Ultimamente Beltion ha messo sul mercato dell’horeca una linea frutto delle ricerche di un rappresentante della terza generazione della famiglia da sempre alla sua guida, nipote che, scartabellando tra le futuribili carte del nonno ha così messo le basi per la creazione della “Biblioteca del fondatore”. “È una linea estremamente innovativa, che ha al proprio interno liquori come Petra Bianca, gin fatto usando le mandorle, e Petra Nera, gin all’oliva coratina che può pure essere bevuto tranquillamente durante i pasti. E non finisce qui, perché, con quei preziosi appunti siamo riusciti a realizzare anche l’amaro che abbiamo chiamato Origins e un particolare bitter”.
Intanto sta continuando a salire la percentuale export dell’azienda con quartier generale a Putignano, dotatasi negli ultimi tempi di un ulteriore stabilimento produttivo. “Ormai le esportazioni sono arrivate al 30% del fatturato, ma noi speriamo di farle crescere ancora nell’immediato futuro – sottolinea Giannandrea –. Sono 31 i paesi in cui spediamo le nostre creazioni alcoliche e non, tra cui gli Stati Uniti, dove ci chiedono soprattutto limoncello ed amaretto di Puglia, ma anche Albania, Arabia Saudita, Australia, Belgio, Canada, Croazia, Francia e pure le lontanissime Isole Cook. In molte di queste zone del mondo stiamo avendo un grande riscontro da Opera, amaretto bianco direttamente derivato dalla mandorla e non da aromi naturali”.
In più, Beltion fa di tutto per riuscire ad integrare al meglio tradizione e innovazione, continuando, tra le altre cose, a produrre liquori che partecipano regolarmente a premi di respiro internazionale. “Il 90% di ciò che esce dai nostri stabilimenti lo lavoriamo in casa e solo la grappa viene distillata fuori ma con le vinacce che gli forniamo. La maggior parte dell’impegno è quindi destinato alle infusioni, mentre, considerate le tante richieste che ci arrivano, l’imbottigliamento è necessariamente industriale: una scelta fatta per essere veloci in maniera asettica e garantendo al cliente tutte le certificazioni del caso. Oltre alla Gdo in varie regioni d’Italia, forniamo anche un paio di negozi ad Alberobello, ma per un motivo principalmente affettivo – chiarisce il direttore commerciale di Beltion –. Gli imbottigliamo tutto a mano e, a conti fatti, ci andiamo pure a rimettere. Ma va comunque bene così”.
La Pmi pugliese continua a produrre anche i classici del più o meno recente passato come mandarinetto, maraschino, alchermes, anisetta, anche se le loro vendite sono in costante, fisiologico calo. “Non si vendono sicuramente più come in precedenza, ma in alcune zone sono ancora apprezzati anche se ora è il momento di gin e spritz. In ogni caso tutto quello che esce dagli stabilimenti di Beltion non potrà mai essere al di sotto di determinati standard”.
Per quanto riguarda infine i progetti a breve-media scadenza, la proprietà sembra avere le idee ben chiare. “Gli obiettivi principali saranno legati all’ulteriore ampliamento della linea ‘Biblioteca del fondatore’, ma anche alla messa a punto di creme vegetali senza lattosio ai gusti di cioccolato, pistacchio, limoncello, melone, tiramisù e pasticciotto”, conclude Francesco Giannandrea.
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