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⚡️ Al Festival dell’Ospitalità si parla di un nuovo modo di fare turismo

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FRANCESCO BIACCA

“Come professionisti del settore turistico partecipiamo a fiere in cui, forse fisiologicamente, si corre troppo e spesso ciò che viene detto non è applicabile a tutte le zone d’Italia. Quindi, qualche anno fa, abbiamo pensato di dover contribuire a cambiare direzione e ripartire da relazioni umane e ospitalità per iniziare a mettere mano alle diverse criticità che ancora impediscono il giusto fluire di certe dinamiche a livello nazionale”. Parole ambiziose quanto piene di sostanza quelle usate da Francesco Biacca (nella foto accanto) per spiegare il perché di un impegno a trecentosessanta gradi che dal 20 al 22 settembre prossimi proseguirà ad essere reso pubblico nel corso della nona edizione del Festival dell’Ospitalità, appuntamento in cui Nicotera, in provincia di Vibo Valentia, diventa l’epicentro di un circostanziato modo di vedere presente e futuro prossimo del turismo di casa nostra.

 

L’evento annuale, come d’abitudine gratuito, ha da sempre in Evermind, società Benefit e unica B Corp della Calabria, di cui Biacca è fondatore ed amministratore unico, il suo principale traino. Main sponsor del Festival dell’Ospitalità e capace di rendere fruttuosi i contributi che arrivano da molte parti d’Italia, la realtà calabrese mette professionisti e professioniste al centro del proprio ecosistema. “Ispiriamo le persone dando loro la libertà di vivere e lavorare dove vogliono, consapevoli che il benessere del singolo ha un impatto positivo sul benessere delle comunità”.

 

UN DIBATTITO DI UNA PASSATA EDIZIONE DEL FESTIVAL

 

Quella in programma a Nicotera sarà una tre giorni ancora una volta ricca di proposte alternative, evento che nel 2024 avrà come significativo titolo guida “Fuori Rotta” e si proporrà, come agli esordi nel 2015, di “ispirare ed educare operatori, comunità e territori ad un turismo lento, rigenerativo e comunitario fatto dalle persone per le persone, oltre che promuovere la cultura dell’ospitalità come valore universale e pratica quotidiana per un’industria più etica, responsabile e sostenibile”.

 

Spostata da Scilla – dove inizialmente il festival era esclusivamente un’occasione d’incontro tra gente del settore – a Nicotera la sede del festival, sei anni fa è di fatto mutata anche la forma di ciò che avrebbe dovuto essere questo appuntamento esperienziale. “Un confronto pure nell’ottica di rivalutare i ruoli, per cercare di far capire che il turismo non può essere più gestito in maniera univoca, come se un piccolo paese avesse le stesse esigenze e potesse offrire i medesimi servizi di una grande cittadina – chiarisce il coideatore e cofondatore di Evermind –. Ciò che vorremmo trasmettere alle persone che verranno a trovarci è anche spiegato da quello che, come da tradizione, succederà a pranzo nella domenica in cui si chiuderà il festival. Trentacinque famiglie di Nicotera si daranno infatti da fare per preparare i tipici piatti calabresi che verranno poi offerti alle centinaia di persone che si siederanno a tavola in piazza assieme a tutti noi”.

IL PRANZO ALL’APERTO DI UNA PRECEDENTE EDIZIONE DEL FESTIVAL

 

Seguendo il principio base che tiene a sottolineare come i problemi non debbano tramutarsi in alibi ma in possibilità di miglioramento, gli organizzatori del Festival dell’Ospitalità possono parlare con cognizione di causa a proposito di molte delle pesanti criticità cadute sul capo proprio della gente di Nicotera nel corso degli ultimi decenni. “Tenuto conto che qui sulla Costa degli Dei è presente il 70% dell’offerta turistica calabrese e che sempre da queste parti si è sviluppato per primo il concetto di villaggio turistico, chi vive a Nicotera e dintorni sa molto bene cosa vuole e non vuole dalle dinamiche innescate nei periodi delle vacanze. Questo perché qui in passato era pieno di villaggi, mentre adesso ne sono rimasti solo due. Una notevole perdita di posti lavoro che non posso negare abbia creato una netta frattura tra molti miei concittadini e gli effetti negativi del turismo, comprensibile stato d’animo che contiamo di riuscire a mitigare attraverso l’apertura al dialogo, il confronto e, come detto, con una bella mangiata per spiegarsi in compagnia”.

 

Restando nel solco di una ormai obbligatoria rivisitazione programmatica di un mondo del turismo che tende sempre più all’omologazione delle proprie proposte, Evermind e il Festival dell’Ospitalità si sono perciò prefisse l’obiettivo di continuare a smuovere con forza le acque prima che sia troppo tardi. “Ci stiamo abituando ad un turismo che consuma i territori, standardizza le esperienze creando in pratica non luoghi – commenta Biacca –. Ormai è una questione legata alla ricostruzione delle priorità pure a livello valoriale: se si chiudono asili nido per farli poi diventare strutture ricettive qualche domanda dovremmo pur farcela. L’idea che vogliamo proseguire a portare avanti è quella di riuscire a valorizzare le tante comunità presenti sul territorio italiano con progetti ad hoc e non per vendere pacchetti vacanza e basta. C’è assoluto bisogno di ristabilire relazioni umane, di condivisione tra il vacanziere che arriva sul territorio e chi in quei posti ci vive”.

 

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