Il percorso industriale messo a terra finora da Fae Technology – 71 milioni di euro di fatturato nel 2023 a fronte di 250 dipendenti – è fisiologicamente la summa dei tanti momenti che l’azienda con quartier generale a Gazzaniga, in provincia di Bergamo, si è trovata a vivere negli oltre quarant’anni che l’hanno infine portata ad essere apprezzato player nei settori del design, dello sviluppo di PoC, della progettazione industriale, della prototipazione, della produzione e della fornitura di soluzioni nel settore dell’elettronica embedded e prodotti elettronici custom. Una traiettoria imprenditoriale di tutto rispetto, che ha avuto il punto probabilmente decisivo quando, eravamo nel 2008, l’attuale amministratore delegato Gianmarco Lanza (nella foto in alto) si è trovato di punto in bianco a dover ereditare, a poco più di vent’anni, la gestione dell’azienda di famiglia a causa di un problema di salute del padre.
“Un passaggio sicuramente brusco, ma devo comunque dire di aver preso le chiavi dell’impresa con la voglia di farlo, pur con un senso di inconsapevolezza che mi ha fatto lanciare senza pensarci nel vortice di situazioni generato dalla malattia di mio padre – spiega Lanza –. Se penso ora alle tante sfumature che portò con sé quel momento storico, beh mi viene da sorridere: ero fisiologicamente spaesato ma pure guidato dalla forza di volontà che mi diceva di essere in grado di portare qualcosa di più a Fae Technology rispetto al passato. Non ero di certo sufficientemente preparato per quel tipo di salto, però avevo una gran voglia di imparare e sono stato fortunato ad incontrare sulla mia strada figure di riferimento importanti, maestri e, in qualche occasione, anche ‘fratelli maggiori’ che ho in ogni caso dovuto andare a cercare in maniera certosina in un po’ tutti i settori”.
Il passo successivo è forse stato ancora più difficile da concretizzare, visto che, come fa capire lo stesso Lanza, c’è voluto tempo per far accettare sul mercato un giovane costretto forzatamente a dover scontare qualcosa in termini di credibilità derivante dalla carta d’identità. “Nonostante questo negli anni seguenti siamo riusciti ad ampliare in modo progressivo il perimetro degli asset, arrivando nel 2022 alla quotazione in Borsa, mentre nel 2023 siamo cresciuti ulteriormente con l’entrata in gioco anche di investitori internazionali”. Nel processo di sviluppo della Pmi lombarda ha pesato molto proprio la quotazione, passaggio centrale e indispensabile per poter ambire al raggiungimento di nuovi obiettivi. “È stato tutto molto naturale, un momento arrivato in maniera consequenziale rispetto al fatto di aver superato i 10 milioni di euro di fatturato – sottolinea l’ad di Fae Technology –. Magari in quel frangente la strada da seguire non era stata ancora completamente tracciata, ma ora possiamo dire di essere soddisfatti della scelta fatta: ha permesso di evolverci ulteriormente e avere inoltre a disposizione driver finanziari capaci, tra le altre cose, di offrirci la possibilità di valutare eventuali acquisizioni”. Dinamiche aziendali che, tra l’altro, nel 2021 hanno generato una partnership strategica con un’impresa di base a Berlino nell’ottica di un sales business development in terra tedesca.
Non particolarmente presente in maniera diretta oltre confine con i propri prodotti, considerato che la Pmi della bergamasca viaggia intorno al 10%, Fae Technology ha invece una percentuale export di tutto rispetto se si va ad analizzare l’indiretto. “Attraverso la clientela estera che si fida da tempo di noi e continua così ad accompagnarci lungo il percorso, l’export indiretto è al momento quantificabile in oltre l’80%. Anche se è molto complesso capire quali siano i mercati internazionali in cui arriviamo in modo maggiore, in generale si può dire che America ed Asia siano quelli che gradiscono di più i prodotti in uscita dai nostri stabilimenti. Inoltre, siamo riusciti a fidelizzare i clienti supportandoli con una tecnologia che è svincolata da normative varie ed altre barriere”. Committenti, poi, che si dividono sostanzialmente in due grandi categorie. “Quelli diciamo tradizionali, società che utilizzano l’elettronica da parecchio tempo, e i non convenzionali, a cui riusciamo a dare qualcosa che non c’era. Progressi legati, faccio degli esempi, all’evoluzione digitale degli specchietti delle auto, ad un filtro industriale intelligente, ad una scrivania in grado di diventare smart, a biciclette che vengono sbloccate e gestite attraverso l’uso di uno smartphone”.
Molto attenta nel seguire i criteri Esg, Fae Technology dal 2022 è diventata società benefit e ha in cantiere svariati progetti per aumentare ancora la sostenibilità oltre che la circolarità attraverso un approccio a 360 gradi. “Per l’immediato futuro siamo concentrati su processi di acquisizione di realtà a noi complementari, sull’apertura a nuovi asset. Non pensiamo di poter crescere del 60% annuo come fatto negli ultimi quattro, cinque, ma punteremo quantomeno a consolidare il tutto”, conclude Gianmarco Lanza.
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