È dal 1913 che Manifattura Tessile di Nole – 15 milioni di euro di fatturato nel 2023 e 63 dipendenti – continua a sviluppare idee legate all’estrema qualità dei filati che produce sfruttando la cortissima filiera interna allo stabilimento. Virtuoso e completo circolo industriale, forse l’unico ancora attivo in Europa, che permette alla storica azienda piemontese di rivendicare con orgoglio di essere uno dei pochissimi tessitori rimasti a portare avanti un mestiere che pare aver preso, soprattutto oltre confine, strade diverse rispetto a quelle tradizionali.
“Da sempre Manifattura Tessile di Nole è una grande famiglia, un contesto lavorativo in cui al momento il 72% di chi è occupato in azienda ha almeno un parente che, nel passato più o meno recente, si è impegnato giornalmente nel realizzare i velluti che ci hanno fatto conoscere in tutto il mondo – spiega Luca Ferrari (nella foto in alto), amministratore unico della Pmi con quartier generale a Nole, in provincia di Torino –. Le 4.400 persone che nei 111 anni di vita dell’azienda hanno lavorato all’interno dei 33mila metri quadri di mattoni e tegole di questi stabilimenti, sanno quanto possa essere importante la continuità garantita attraverso il qualificato passaparola a livello famigliare. Un progressivo trasferimento di know how, di conoscenze radicate e distribuite tra i dipendenti, indispensabile per potersi destreggiare con sicurezza sia tra i macchinari dell’800 ancora usati per creare un velluto di eccezionale livello, che tra quelli modernissimi con cui nel tempo abbiamo arricchito la nostra struttura industriale”.
In campo per soddisfare i desiderata dei più importanti brand internazionali del lusso impegnati nei settori dell’arredamento, realizzando in esclusiva per loro collezioni per divani, decorazioni, tappezzeria oltre che tessuti per teatri storici come la Scala e la Fenice, Manifattura Tessile di Nole con il suo marchio DINOLE® può insomma offrire, a chi continua ad apprezzare il pregio dei propri velluti – con il 70% del valore delle commesse provenienti dal mercato dell’export –, quel mix vincente tra tradizione e innovazione che ha pochi eguali nel settore tessile.
“Da una parte c’è l’orgoglio, oltre al piacere, di poter proporre al cliente quanto di meglio possa essere messo sul mercato da un marchio storico come il nostro in termini di tessuti e tecniche produttive ultra testate. Dall’altra, allo stesso tempo, non si può ormai prescindere dall’affidarsi a tecnologie al passo con i tempi, tra cui spicca il software che permette sia ai tecnici che ai clienti, questi ultimi con libero accesso al sistema, di monitorare i vari ordini ed essere costantemente informati sull’avanzamento degli stessi”.
Arrivata a pubblicare il quarto rapporto di sostenibilità, report scaricabile dal sito web dell’azienda, la Pmi di base nel torinese è attenta ad usare prodotti che non siano nocivi per l’ambiente e senza scorciatoie di alcun tipo. “La sostenibilità è nostro marchio di fabbrica da sempre. Ci interessano talmente i concetti di buono, pulito e giusto che la filosofia imprenditoriale conseguente ha portato l’azienda a creare all’interno di Slow Food di “Carlin” Petrini e assieme ad altre 14 realtà del tessile, Slow Fiber, nuovo consorzio che ne condivide le politiche legate al dare vita a cose fatte bene, sane, che non inquinino o siano pericolose in termini di salute per chi le produce o utilizza. Purtroppo nel tessile, in alcuni ambienti industriali fuori dall’Italia, vengono invece usati additivi chimici per far diventare più belli filati in partenza molto meno pregiati della media”.
Nel frattempo, il riconoscimento della presenza ultracentenaria sul mercato, compreso il doveroso inserimento nel registro dei Marchi Storici di interesse nazionale, ha contribuito a consolidare ulteriormente il prestigio della Pmi piemontese anche in contesti istituzionali. “Quello sperimentato nel tempo da Manifattura Tessile di Nole è un ‘saper fare’ tangibile e apprezzato che tra le altre cose ci sta consentendo, attraverso la mostra itinerante della durata di due anni organizzata dal ministero degli Affari esteri, di vedere esposto il nostro lavoro in tutte le ambasciate italiane del mondo – sottolinea Ferrari –. L’idea dietro il progetto è quella di promuovere ancora più compiutamente il tessile made in Italy e per l’occasione sono state scelte come testimonial cinque aziende: quattro di queste sono grandi gruppi tessili, mentre la quinta, la più piccola, siamo noi. Un motivo di soddisfazione ulteriore per chiunque presti la propria opera nella fabbrica”.
Guardando al futuro, infine, gli obiettivi inseguiti da Manifattura Tessile di Nole resteranno nel solco di quanto già ottenuto a partire dal 1913. Traguardi ambiziosi, ma comunque raggiungibili da un team che ha dimostrato di essere capace di mantenere alta nel tempo l’asticella qualitativa del proprio impegno industriale. “Vorremmo vivere altri 100 anni come i precedenti, una continuità che spero ci dia la forza per cercare di fare ancora i più belli e durevoli velluti al mondo, utilizzati, tra gli altri, da Papa Giovanni Paolo II come pure dalla Regina d’Inghilterra”, conclude Luca Ferrari.
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