In poco meno di cinque anni di vita, Fedy – 1,7 milioni di euro di fatturato nel 2023 e quattro dipendenti – è cresciuta di pari passo alla voglia di fare dei titolari, Samuele Bronzetti e Federica Iannice (nella foto in alto), coppia che porta nel proprio lavoro quell’energia positiva assai raramente mancante nella gente di Romagna. Da poco genitori, i vertici dell’azienda con sede operativa a Sant’Ermete di Santarcangelo, in provincia di Rimini, si sono tuffati nel mondo degli imballaggi in legno con l’obiettivo principale di riuscire a distinguersi puntando, in particolare, sulla massima qualità dei servizi offerti ad una clientela internazionale.
“Chi ci chiede di consegnare materiali delicati, estremamente pesanti o di altra natura sa che con noi può sempre dormire sonni tranquilli – spiega Bronzetti –. Siamo, insomma, il loro biglietto da visita e per garantire il trasporto evitando che la merce possa arrivare a destinazione danneggiata, oltre a proteggerla con cura prima dell’uscita dallo stabilimento, sulle casse mettiamo anche dei sensori in grado di segnalare l’eventuale cattiva movimentazione. Finora non è mai successo nulla e questo risultato credo sia figlio della filosofia che ci guida dall’avvio del progetto Fedy, cioè fare tutto il possibile e anche di più per evitare di rallentare le dinamiche lavorative di ogni tipo di cliente”. Un modus operandi legato a doppia mandata ad un altro aspetto centrale nel giornaliero della Pmi romagnola. “Dove siamo imbattibili è nella puntualità delle consegne, punto di forza che ci viene riconosciuto da chi continua a darci fiducia. Se per caso abbiamo un piccolo ritardo informiamo per tempo il cliente e se invece non ci sentono vuol dire che ci siamo organizzati per recuperare, magari lavorando pure di notte, e così tutto resta come da programma iniziale”.
Per custodire nel modo migliore sino alla destinazione finale il lavoro e talvolta anche i segreti commerciali dei committenti, Fedy si preoccupa di comunicare loro pure le limitazioni amministrative che esistono nelle varie zone del mondo. “Ci muoviamo prima per non farci trovare impreparati dovessero essere decise nuove direttive capaci di bloccare in dogana per giorni le merci da consegnare – chiarisce il contitolare dell’impresa con quartier generale a Sant’Ermete di Santarcangelo –. Non possiamo insomma correre il rischio di deludere la nostra clientela, perché in quel caso potremmo perdere la grande considerazione guadagnata dall’apertura ad oggi”.
Grande esperta dei trasporti ad alta portata, quelli in cui Fedy prende in carico materiali dal peso notevole, in più di un’occasione la Pmi romagnola si è trovata a dover gestire carichi ben oltre la media. “Il nostro record, finora, sono state le 100 tonnellate di un sistema di drenaggio per una grande struttura in mare, carico comprensivo di una mega pinza capace di reggere una fune d’acciaio di due metri e mezzo di diametro”. Oltre a questo genere di consegne, la macchina organizzativa ed operativa si occupa di dare risposte a richieste completamente diverse, per quanto non meno impegnative da soddisfare. “Sì, perché magari qualcuno penserà che trasportare vetrine o specchi possa essere un lavoro stupido, senza alcuna difficoltà collegata. Ed invece anche dietro il farli arrivare senza danni a destinazione c’è spesso uno studio particolare e, più in generale, il bisogno di estrema cura ed attenzione”.
Carichi che Fedy spedisce verso un grande numero di destinazioni anche extra europee tra cui Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda e vari paesi africani. “Pochi giorni fa un cliente ci ha chiesto di creare alcune casse per una spedizione in Giappone, mentre ci troviamo a dover fare fronte pure a commesse per il Sud America, zona geografica che, soprattutto per quanto riguarda il Brasile, presenta qualche problema ulteriore considerate le stringenti norme che regolano il passaggio merci in quel paese”. Ed essendo di legno e perciò, se si riesce, riciclabili all’infinito, gli imballi dell’azienda di base a Sant’Ermete di Santarcangelo vengono destinati pure per altri usi. “In Africa, per esempio, li hanno riutilizzati anche per costruire delle case considerato quanto erano grandi le casse che abbiamo spedito dall’Italia”.
Nel frattempo, Fedy è ben concentrata sul proprio futuro, su spunti che potrebbero dare un’ulteriore spinta ad una dinamica realtà commerciale come quella guidata dalla coppia Bronzetti-Iannice. “Ne abbiamo cento di idee in testa, la più immediata in termini di realizzazione è legata alla digitalizzazione dei processi, in modo da ottimizzare tutte le filiere della lavorazione e dei consumi interni. Questo con l’obiettivo correlato di creare una sorta di database per documentare i progressi del gruppo di persone con cui sto trattando dinamiche legate alla formazione e al welfare. Inoltre stiamo studiando la maniera per non diventare troppo grandi e di conseguenza macchinosi, eventuale espansione che potrebbe infatti farci perdere caratteristiche vincenti quali puntualità e qualità”, conclude Samuele Bronzetti.
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