Due fratelli di ritorno e un progetto che, nonostante sia partito da zero, dimostra subito di avere le qualità necessarie per bruciare le tappe sulla strada (non solo) del successo imprenditoriale. Era infatti il 2016 quando Davide e Giambattista Pisasale si sono lanciati nel mondo dell’informatica con la loro idea, quell’Aitho – 1,8 milioni di euro di fatturato nel 2022 a fronte di 50 dipendenti – che, riuscendo a strutturarsi in modo solido ed invidiabile in corso d’opera, ha aumentato progressivamente la presenza sul territorio a colpi di 30% di crescita annuale. Di casa a Catania, ma ora con importanti appendici anche nell’Italia del nord, la Pmi siciliana si è evoluta poggiando sulle capacità imprenditoriali e le conoscenze tecnologiche di chi ha deciso di tornare nell’isola dopo aver fatto esperienza a parecchi chilometri di distanza.
“Mio fratello era di base a Milano quando un giorno, mentre io continuavo a lavorare da ingegnere tra Chicago, Parigi, Monaco e Torino, abbiamo pensato di investire qualche ora per parlare del futuro – spiega Davide Pisasale (nella foto in alto), amministratore unico di Aitho –. Una chiacchierata da cui è uscita la volontà di fare qualcosa di significativo per noi e per la nostra Sicilia, intuizioni che sono confluite nell’azienda che stiamo facendo crescere anche attraverso il lavoro giornaliero di tanti qualificati collaboratori”.
L’impresa tirata su negli ultimi sette anni a Catania è ora impegnata in due progetti principali, alquanto interessanti e con un’anima comune a fare da nocciolo duro gestionale. “Per prima cosa operiamo, in giro per l’Europa, nel mondo delle consulenze software come digital service company offrendo servizi di progettazione, sviluppo e implementazione di applicazioni web e system integration, in modalità full remote e attraverso metodologie Agile. In questo ambiente ci occupiamo di progetti personalizzati in particolare per il settore bancario e su piattaforme parecchio complesse. Parallelamente, ma comunque mantenendo un’interazione costante con l’altra branca aziendale, abbiamo creato una factory in grado di far crescere i giovani che prendiamo dalle università o dalle coding schools con cui collaboriamo, tra cui Edgemony e Develhope di Palermo e la Steve Jobs Academy di Catania. Queste scuole, che formano i ragazzi senza ci sia per loro la necessità di passare da studi universitari, sono molto richieste al momento e penso possano essere estremamente futuribili”.
L’obiettivo di riportare talenti sul suolo siculo, che questi provengano dall’estero oppure dal centro-nord Italia, è un proponimento tanto ambizioso quanto meritorio e che appassiona da sempre chi, come i fratelli Pisasale, ha scelto di tornare sui propri passi con tante speranze imprenditoriali. “Promuoviamo la politica dell’incentivo al rientro dopo aver messo a punto un contratto aziendale collettivo che integra quello nazionale. Aitho offre infatti un bonus di 3mila euro a chi vuole tornare e ne dà altrettanti a chi ci fornisce il nome di un possibile candidato al rientro in Sicilia, a patto che il passaparola si tramuti poi in un’assunzione – sottolinea Pisasale –. Da noi una persona su sei lavorava in precedenza lontano da casa e quindi questo progetto, pur non potendo risolvere ovviamente il problema dell’emigrazione, perlomeno infonde un minimo di speranza alla metà dei laureati che ogni anno scelgono di non lasciare la loro terra d’origine. E mi chiedo anche quanto abbiamo fatto per provare trattenere l’altro 50%”.
Puntare sui giovani e sulla loro voglia di crescere da un punto di vista professionale è la priorità di Aitho, intenzionata a costruire qualcosa di duraturo sul territorio regionale. “Non vogliamo assolutamente che resti un’operazione singola, estemporanea e senza radici – chiarisce l’amministratore unico della Pmi siciliana –. L’idea che c’è dietro sottende invece un impegno stabile, per diventare uno standard nel mondo Ict sfruttando anche il fatto che l’isola è coperta in maniera capillare da digitale”. Inoltre, nell’impresa dei fratelli Pisasale, ci si siede periodicamente assieme ai dipendenti per parlare a 360 gradi di benessere. “Oltre a favorire lo smart working e curare il welfare, abbiamo stabilito di avere incentivi alla produttività fino al 10% dello stipendio, introducendo pure il bonus “nomadi digitali” che permette di andare a lavorare per un breve periodo all’estero. Al momento, per esempio, ci sono due gruppi di dipendenti in trasferta ad Oslo e Praga. Tutte cose che paradossalmente rendono difficile la nostra opera di recruiting, considerato che molti candidati credono sia impossibile confermare nei fatti ciò che promettiamo durante i colloqui. Ma invece è tutto vero”.
Per il futuro prossimo, infine, si sta studiando il modo di avere clienti anche negli Stati Uniti, progetto ormai fattibile a patto di avere una factory attiva e qualificata alle spalle come quella di Aitho. “L’altro obiettivo è legato al riuscire a replicare a Palermo quanto fatto qui a Catania”, conclude Pisasale.
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