Il mondo della cooperazione internazionale torna a incontrarsi per una nuova edizione di Codeway, il principale appuntamento di settore che riunisce istituzioni, università, centri di ricerca, imprese, ong e associazioni con l’obiettivo di metter a fattore comune le rispettive esperienze e fare un passo avanti rispetto alle sfide economiche, sociali e ambientali in campo. L’edizione 2025 – che si terrà a Roma dal 14 al 16 maggio – è organizzata da Fiera Roma e Internationalia con il patrocinio del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci).
Durante la presentazione di ieri alla Sala Aldo Moro della Farnesina, le parole più ricorrenti sono state collaborazione, apertura e dialogo, sin dall’introduzione di Massimo Zaurrini, giornalista di Internationalia, che ha parlato di Codeway come di una grande agorà, una piazza a disposizione di tutti gli attori coinvolti nel mondo della cooperazione internazionale. Stefano Gatti, direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo del Maeci, ha sottolineato in particolare il ruolo del settore privato, evidenziando il cambio di approccio rispetto al passato, che vedeva prevalente nella cooperazione un obiettivo solidaristico e di puro sostegno a paesi svantaggiati. Come richiamato anche da Marco Rago, consigliere giuridico del ministro Tajani per la diplomazia economica e lo sviluppo, tutto deve essere parte integrante di un’azione di cooperazione allo sviluppo, a cominciare per esempio dai progressi raggiunti in agricoltura – sempre più sostenibile e sempre più tecnologica – e l’appuntamento di Codeway si configura in tal senso come una sintesi perfetta del dialogo pubblico/privato.
Il nostro Paese ha una forte tradizione nel campo della cooperazione internazionale e questo elemento è rafforzato anche da una più spiccata sensibilità che i cittadini italiani dimostrano verso il tema, come ha rivelato un recente studio commissionato dall’Agenzia per la cooperazione allo sviluppo francese alla società demoscopica internazionale Toluna Harris Interactive. Nel confermare format di collaudato successo quale ad esempio la Call for Ideas, la nuova edizione di Codeway punta a distinguersi per assegnare un maggior ruolo alle associazioni di categoria e alle imprese. “Ci si deve conoscere, servono i BtoB” – ha affermato Wladimiro Boccali, coordinatore della manifestazione. ‘Insieme’ è la parola chiave, da ribadire anche attraverso una comunicazione nuova, che intende coinvolgere molto di più i giovani, ovvero i reali protagonisti delle sfide del nostro tempo”.
Durante la presentazione c’è stato spazio anche per alcune testimonianze della scorsa edizione, a cominciare da Carlotta Valesi, marketing manager della Medivac-Naclo di Parma, Diana Battaggia, direttrice dell’Ufficio per la promozione degli investimenti e della tecnologia (Unido-Itpo Italia) e Giuseppe Rotunno, di Focsiv, il quale ha sottolineato l’importanza del bagaglio di conoscenza accumulato dalle Ong e di come le imprese abbiano bisogno di queste ultime per operare al meglio in questi paesi. “Ong, missionari e imprese sono gli operatori reali della cooperazione – ha spiegato –. La sinergia fra questi tre soggetti è fondamentale”.
L’intervento conclusivo è stato affidato a Marco Riccardo Rusconi, direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Diverse le parole chiave richiamate, a partire da “territorio”, “partenariati”, “professionalismo”. Prioritario senza dubbio è fare un salto di qualità rispetto allo scorso anno, innovare e individuare nuove frontiere. Di certo è che l’Italia rappresenta davvero un riferimento per questi paesi in virtù di un modello produttivo più piccolo, basato sulla piccola e media impresa, nel quale le comunità possono più facilmente riconoscersi e che ha avuto il merito di produrre una democratizzazione dello sviluppo.
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