Che Domenico Pinto, fondatore e amministratore della tenuta che porta il suo nome, sia innamorato del proprio territorio non ci sono dubbi. Lo si avverte nel trasporto con il quale racconta la sua attività, nelle spiegazioni minuziose che fornisce o quando sottolinea che “non si tratta solo di business, noi dobbiamo pensare alle nuove generazioni”. Siamo a Mola di Bari, in Puglia. Qui la Tenuta Pinto opera con successo nel settore dell’ospitalità, in particolare come residenza per matrimoni. Si tratta di un’attività partita da pochi anni, ma che poggia su una consolidata esperienza di agriturismo e ristorazione avviata nel 2012.
L’antica masseria è il cuore di tutto ed è qui che Domenico Pinto (nella foto in alto), nato come imprenditore agricolo, organizza nel 2021 per la prima volta un evento dedicato alla “cucina di precisione”, coinvolgendo esperti del mondo accademico, di quello agronomico e della ristorazione.
Il successo dell’iniziativa lo spinge a sperimentare su un lotto di terreno della sua proprietà metodi di coltivazione innovativi. L’obiettivo è ottenere materia prima di ottima qualità prodotta in maniera più scientifica, e quindi misurando l’uso di acqua e concimi oppure cercando di aumentare in modo naturale la presenza di antiossidanti nei cibi. “Vogliamo misurare i principi nutritivi per poi arrivare a una certificazione – spiega Pinto –. Per questo motivo abbiamo parcellizzato il terreno e osserviamo, per esempio, una stessa verdura crescere con tecniche di coltivazione differenti; lo scopo è identificare un processo da standardizzare e applicarlo sul resto dei terreni”. In questa sfida droni e sensori aiutano senza dubbio il moderno agricoltore, che nella visione del fondatore della tenuta deve diventare il “custode del territorio”.
Secondo il suo pensiero tutto parte dall’agricoltura e sicuramente “in Puglia non c’è da inventarsi nulla – chiarisce l’imprenditore –. Il modello della masseria nasce di per sé sostenibile: in passato tutto veniva recuperato, dall’acqua piovana fino ai rami della potatura. D’altra parte, se produciamo meglio e inquiniamo meno – sottolinea –, allora sarà più facile anche sviluppare un tipo di turismo fatto di percorsi all’aria aperta, degustazioni e giri in bicicletta”.
La strada intrapresa dall’azienda sembra quella giusta e a dimostrarlo sono i 180 matrimoni circa all’anno organizzati. I mesi più gettonati sono quelli classici, da aprile ad ottobre, ma l’obiettivo è quello di spingere verso una maggiore destagionalizzazione. Accanto a una richiesta locale, che è prettamente regionale ma non solo, il 15% delle coppie arriva dall’estero, con Nord Europa e Stati Uniti in testa. “Chi sceglie l’Italia, e in particolare la Puglia, desidera un’esperienza a contatto con la natura, per cui diverse volte ci è capitato di esaudire la richiesta di organizzare una cena sotto le vigne o in una limonaia o all’ombra di un frutteto”. Benché l’attività sia a conduzione familiare, con 20 dipendenti fissi, che diventano circa 60 con gli stagionali, Tenuta Pinto è in grado di organizzare matrimoni fino a 200 invitati. “Il progetto è quello di ampliare la nostra capacità ricettiva e stiamo dialogando con il Comune per poter aggiungere altre camere alle sette di cui già disponiamo, che oggi ci consentono di ospitare una quindicina di persone – spiega –. L’ideale sarebbe poter arrivare a trenta, i parenti più stretti, insomma, che soprattutto nei matrimoni di coppie dall’estero hanno piacere di trattenersi per più giorni avendo dovuto affrontare spesso un viaggio molto lungo”.
Ma come ha fatto a scovarvi chi è arrivato dal Brasile oppure dall’Australia, come ci ha raccontato? “A volte sono persone originarie dell’Italia, a volte è semplicemente il passaparola”, chiarisce l’imprenditore. Di promozione vera e propria Tenuta Pinto al momento ne fa poca – “abbiamo partecipato l’anno scorso a Budapest ad Amour Global, l’evento di settore più importante al mondo dedicato ai matrimoni” – e si affida piuttosto ai canali social, che funzionano parecchio bene.
Tra i progetti futuri c’è sicuramente quello di crescere sia dal punto di vista economico – oggi l’azienda fattura circa 4 milioni di euro all’anno – che dal punto di vista dell’offerta, proponendo un “prodotto wedding” ancora più curato e quindi in grado di intercettare un target più alto. Le competenze non mancano e parte della seconda generazione è già operativa in azienda, come le figlie maggiori Nicole e Chiara, impegnate rispettivamente nella logistica e nel marketing, mentre per il terzo figlio, Vito, il più giovane di soli 18 anni, l’auspicio è che possa prendere le redini delle attività agricole. “Quest’anno si diploma – racconta –, ma ha già fatto esperienze presso altre strutture in Puglia. È cresciuto praticamente in masseria e sa fare tante cose”.
L’attenzione alle nuove generazioni da parte di Domenico Pinto è forte, tanto è vero che lo scorso anno Tenuta Pinto è stata una delle aziende che hanno aderito al Pmi Day, l’iniziativa con la quale Piccola Industria mira a far conoscere ai giovani le opportunità presenti sul territorio. “Ci sono venute a trovare un paio di classi dell’Istituto alberghiero di Polignano, alcuni studenti dell’Università Lum di Casamassima e i ragazzi dell’ITS. “Quello che cerco di spiegare loro è che bisogna avere passione per quello che si fa e occorre fare sempre ricerca e sviluppo. Dopo la pandemia mi sono imposto di traghettare l’azienda verso una dimensione più strutturata e di investire sulla sostenibilità. Da qui nascono i progetti che le ho raccontato”, conclude Domenico Pinto.
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