Mancano meno di due settimane alle elezioni europee che porteranno al rinnovo dell’Europarlamento e alla successiva definizione della prossima Commissione. Candidati e partiti sono al lavoro per illustrare programmi e obiettivi per i prossimi cinque anni.
In questo quadro si inserisce il dibattito organizzato il 21 maggio dall’Istituto Bruegel e dal Financial Times, al quale hanno preso parte quattro candidati alla guida della Commissione europea – l’italiano Sandro Gozi per Renew Europe, la tedesca Ursula von der Leyen per il Partito popolare europeo, il lussemburghese Nicolas Schmit per il Partito dei socialisti europei e il danese Anders Vistisen per il partito di Identità e democrazia –. L’evento, tenutosi a Bruxelles, ha visto i cosiddetti spitzenkandidaten confrontarsi sui temi economici cruciali per l’Unione europea. Il confronto si è articolato in tre round, focalizzati rispettivamente su competitività e Mercato interno, sicurezza economica e sul budget dell’Unione europea.
Sebbene questo tipo di candidatura rappresenti ancora un meccanismo informale e non vincolante, il dibattitto ha fornito una panoramica sulle posizioni delle famiglie politiche europee in vista della prossima legislatura.
Competitività e Mercato interno
Durante il primo round, sono emerse opinioni contrastanti e proposte su come affrontare le sfide attuali e future. Nello specifico, Sandro Gozi ha aperto il dibattito elogiando il Mercato unico come il più grande successo liberale, ma ha sottolineato la necessità di ulteriori miglioramenti, soprattutto nei settori dei dati e dei servizi finanziari. Gozi ha proposto l’introduzione di un codice commerciale europeo e l’adattamento del Mercato unico alle esigenze dell’economia di mercato. Ha evidenziato, altresì, che 150 milioni di cittadini non beneficiano ancora del Mercato unico e che è necessario smantellare le frontiere interne per creare nuove opportunità di lavoro.
Nicolas Schmit ha sottolineato l’importanza di adattare il Mercato interno alle nuove sfide, includendo politiche sociali per costruire consenso e promuovere innovazione, ricerca e sviluppo. Schmit ha posto l’accento su tre obiettivi chiave: solidarietà tra regioni e cittadini, cooperazione e competizione a livello globale.
Anders Vistisen ha presentato, invece, una visione più critica, sostenendo che l’economia europea è in crisi a causa della tassazione, regolamentazione e burocrazia eccessive. Ha proposto di abolire il Green Deal e molte regolamentazioni per rivitalizzare l’economia.
Ursula von der Leyen ha invitato, infine, a considerare i punti di forza dell’Ue rispetto a Stati Uniti e Cina, come ad esempio le minori disuguaglianze. Ha sottolineato la necessità di migliorare l’accesso al capitale per le imprese, ridurre i costi energetici, migliorare le competenze e conciliare meglio lavoro e famiglia. Ha evidenziato come il Mercato unico sia la più grande macchina di produttività e che deve essere ampliata e approfondita, applicando meglio le regole esistenti.
Per quanto riguarda l’Unione del mercato dei capitali (Capital market union, Cmu), Schmit ha evidenziato l’importanza di lavorare duramente per creare la Cmu e dimostrare i suoi benefici per tutti.
Von der Leyen ha indicato che un grande passo avanti è stato fatto all’ultimo Consiglio europeo, che ha adottato il completamento della Cmu tra le sue conclusioni.
Gozi ha criticato la mancanza di spinta da parte della Commissione europea e ha sottolineato la necessità di trovare un “mediatore onesto” (traduzione dall’inglese di honest broker, ndr) per rendere la Cmu una priorità reale.
Vistisen ha suggerito che l’iper-regolamentazione post crisi finanziaria degli Stati Uniti ha limitato il flusso di capitali e che la semplificazione è essenziale per un mercato libero.
Sul tema degli aiuti di Stato, Gozi ha espresso la necessità di una soluzione più rigida se non si sviluppa una soluzione europea e ha criticato l’insufficienza della Piattaforma per le tecnologie strategiche europee (Step), chiedendo una strategia di investimento pubblico a livello Ue. Un’opinione simile è stata espressa da von der Leyen, che ha proposto l’adozione di maggiore enfasi sullo Step, che deve essere più ambizioso. Schmit ha avvertito che gli aiuti di Stato non devono frammentare il Mercato unico e ha proposto finanziamenti e progetti comuni per evitare questo spezzettamento.
In chiusura del primo round, sul tema della Politica industriale e della creazione di “campioni europei”, ossia di grandi aziende in grado di competere con quelle americane e cinesi, Vistisen ha chiesto di riformare la politica di concorrenza per far crescere questo tipo di realtà, mentre von der Leyen ha sottolineato come questa debba tener conto del mercato globale, richiedendo al tempo stesso agli attori esterni di adattarsi alle regole del Mercato unico.
Schmit ha osservato che non ci sono veri campioni europei tra le grandi aziende e ha proposto la cooperazione transfrontaliera senza danneggiare le piccole imprese europee, essenziali per l’economia. Quest’ultimo argomento ha suscitato la reazione di Gozi, secondo il quale i socialisti, durante il presente mandato, non avrebbero predisposto misure sufficienti a tutelare le Pmi.
Le discussioni del primo round hanno evidenziato una chiara divergenza di opinioni su come migliorare il Mercato unico e affrontare le sfide economiche dell’Ue. Mentre Gozi e Vistisen hanno dichiarato la necessità di ridurre la regolamentazione e spingere per un mercato più libero, Schmit e von der Leyen hanno sottolineato l’importanza di adattare e completare il Mercato unico per includere tutti i cittadini e rispondere alle sfide globali.
Sicurezza economica
Il dibattito è entrato nel vivo durante il secondo round, che ha messo in luce le diverse strategie e priorità dei candidati riguardo alla sicurezza economica dell’Ue. In particolare, mentre Schmit e von der Leyen hanno posto, rispettivamente, l’accento sull’energia rinnovabile per garantire una sicurezza energetica sostenibile e indipendente e sulla competitività equa, Vistisen ha richiamato l’attenzione sulla necessità di un ritorno, seppur prudente, al libero scambio oltre che sull’indipendenza energetica rispetto agli ideali verdi. In chiusura, Gozi ha focalizzato il suo intervento sulla difesa dell’industria europea, proponendo misure più forti per proteggere l’industria europea da pratiche commerciali sleali.
Successivamente i candidati sono stati interpellati sull’atteggiamento da mantenere nei confronti della Cina ed è stato chiesto loro se sia necessario per l’Europa allinearsi alla posizione degli Stati Uniti.
Schmit, Gozi e von der Leyen si sono espressi, con diversi gradi di durezza, affermando che è necessario avere una strategia che sia di contrasto alla Cina e di collaborazione (ma non totale allineamento) con gli Stati Uniti; Vistisen, invece, è stato l’unico a dichiarare che l’Ue debba allinearsi agli Usa.
All’esplicita domanda “siamo in una guerra commerciale con la Cina”, i candidati hanno risposto che o non ci troviamo in una guerra commerciale (von der Leyen) oppure che siamo agli inizi (Gozi, Schmit). In particolare, Schmit ha insistito sulla necessità di ricostituire una governance globale in materia di commercio.
Budget dell’Unione europea
Infine, il dibattito si è spostato sul budget dell’Unione europea. I candidati, interrogati sul prossimo Quadro finanziario pluriennale (Qfp), non si sono esposti particolarmente.
Vistisen ha dichiarato che, se possibile, il budget dell’Ue dovrebbe essere diminuito anche tramite l’abolizione di metà delle agenzie dell’Ue e tramite l’abbandono dell’allargamento verso est.
Von der Leyen si è focalizzata sull’efficientamento del bilancio, senza né aprire né chiudere la porta ad un eventuale aumento del budget ma specificando che si deve lavorare sulle risorse proprie dell’Ue (own resources). Gozi e Schmit, invece, hanno dichiarato di essere favorevoli all’aumento del budget e ad ottenere i fondi tramite nuove risorse proprie dell’Ue stabili.
Le domande successive hanno insistito sullo stesso aspetto, sollecitando i candidati a rispondere se sia necessario chiedere risorse ai contribuenti oppure sia preferibile ricorrere al debito comune. Ad eccezione di Vistisen, i candidati si sono detti generalmente favorevoli ad una spesa più alta a livello europeo dove questa sia più efficiente di quella nazionale e, nel caso del debito comune, Schmit e Gozi si sono detti favorevoli mentre Vistisen contrario.
Riassumendo, in estrema sintesi, le priorità dei candidati in merito al budget europeo ne ricaviamo il seguente prospetto:
- Von der Leyen: difesa, competitività, decarbonizzazione.
- Schmit: competitività, intesa anche come salute, housing, educazione e infrastrutture.
- Gozi: sicurezza (e quindi difesa), transizione digitale e verde, più investimenti transnazionali.
- Vistisen: attenzione alla spesa dando priorità a quella per i temi urgenti senza aumentare il budget.
La registrazione completa del confronto è disponibile sul sito di Bruegel.
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