Prodotto complessivo delle competenze enologiche delle otto cantine e dei tanti soci vignaioli che mettono la propria esperienza al servizio di una clientela sempre più folta, Citra – 52 milioni di euro di fatturato nel 2023 a fronte di 80 dipendenti – è di fatto una cooperativa in grado di soddisfare le aspettative di chi decide di portare sulla tavola una delle bottiglie prodotte dalla dinamica realtà vinicola abruzzese. Di base ad Ortona, in provincia di Chieti, ma ben radicata su tutto il territorio provinciale, a partire dal 1973 Citra ha saputo dare sostanza alle idee di quei soci che avevano dimostrato di avere una vista di lunga prospettiva scegliendo, in un periodo storico in cui non era assolutamente obbligata questa scelta commerciale (come accade non di rado, invece, ai giorni nostri), di andare avanti assieme e mettere a frutto lo spirito di cooperazione che li animava.
“Dietro a Citra c’è tutto il lavoro necessario affinché le qualità del vino che viene prodotto siano riconosciute dagli esperti oltre che dagli affezionati consumatori – spiega Sandro Spella (nella foto in alto), presidente della cooperativa del teatino –. Grande merito del successo ottenuto negli anni va ai nostri enologi, ma sono stati fondamentali anche gli investimenti fatti per dare ulteriore vetrina commerciale ai vitigni storici del territorio. Tra loro spicca ovviamente il Montepulciano, mentre sono in un momento di buoni risultati centrati sul mercato anche il Pecorino e il Trebbiano. Paradossalmente, in un momento in cui c’è grande richiesta, non solo in Italia, di vini più morbidi e ‘facili’ in termini di gusto, proprio il Montepulciano è costretto a vivere tempi più complessi sul mercato rispetto al recente passato. Viene infatti visto come un vino troppo di qualità e strutturato per poter tenere testa ad altri, che magari vengono anche usati per cocktail da aperitivo. Sembra assurdo ma la situazione, perlomeno al momento, è esattamente questa”.
Intanto, per assicurare serietà e rispetto verso clienti e fornitori, Citra ha acquisito nel tempo un gran numero di certificazioni in grado di rendere sempre più controllati i processi che conducono all’imbottigliamento e alla successiva vendita sulle varie piazze commerciali. “L’attenzione è massima e il nostro lavoro quotidiano viene posto sotto una doverosa lente d’ingrandimento da certificatori qualificati. Questo ci permette di arrivare sui banchi espositori della grande distribuzione con vini che, nel corso dei cinquantuno anni di attività, non hanno mai dato problemi di sorta, subito sanzioni o altro, nonostante i numerosi test qualitativi a cui hanno dovuto sottostare fino ad oggi”.
Festeggiati nel 2023 i 50 anni di presenza costante sul mercato, ora Citra può dire di aver ottenuto pieno riconoscimento delle proprie competenze nel settore vinicolo, gradi guadagnati sul campo pure attraverso un attento lavoro a margine. “Una volta debbo dire che eravamo sicuramente molto più dipendenti da cosa succedeva intorno a noi, mentre adesso riusciamo a gestire il tutto senza subire gli strappi, gli stop o le accelerazioni prodotte dalle esigenze del mercato – chiarisce Spella –. In sostanza abbiamo maturato la capacità di influenzare noi stessi le scelte di prodotto dei vari tipi di clientela e questo ci ha consentito di crescere ulteriormente, pure per la soddisfazione dei nostri associati”.
Il nocciolo duro è costituito da un nutrito gruppo di vignaioli, supportati dalle proprie famiglie che, fisiologicamente, non potranno essere sempre d’accordo con le decisioni prese dai vertici aziendali. “Anche se ci troviamo spesso a dover fare i conti con divergenze d’opinione figlie delle diverse, legittime esigenze dei numerosi soci, alla fine la parola qualità finisce regolarmente per rimettere i discorsi nella giusta prospettiva. Grosse criticità, insomma, non ci sono mai state, anche perché compriamo il vino agli associati pagandolo circa il 20% in più rispetto alla media e quindi le varie cantine hanno tutto l’interesse a venderlo a Citra. Il modus operandi che usiamo è quello di cercare di capire, un’annata dopo l’altra, quali siano i migliori vitigni di ogni socio, mantenendo il giusto equilibrio nelle scelte sempre e comunque nel nome del massimo valore qualitativo: da certi prendiamo vino rosso da altri bianco, seguendo la strada che garantisce la competitività dell’offerta sugli scaffali dei supermercati”.
Impegno commerciale solido e futuribile che può contare sulla migliore uva portata a maturazione dal mare alle colline della provincia di Chieti, ampio bacino vinicolo che ha il know how necessario per provare a fare altri passi in avanti. “Nel futuro prossimo ci vedo attenti a migliorare ancor più la produzione, ma anche a studiare la corretta collocazione delle nostre bottiglie sul mercato del vino. Siamo, però, ad un livello embrionale e credo ci vorranno almeno un paio d’anni per portare a termine un processo a cui, comunque, teniamo parecchio”, conclude Sandro Spella, presidente di Citra vini.
The post ⚡️ Citra, raccontare il territorio attraverso il vino appeared first on L'Imprenditore.